Dai remake di What Women Want e Paranormal Activity, ai noir coreani che fanno invidia all’Occidente. E poi l’horror di Park Chan Wook girato con l’IPhone 4, il cinema erotico giapponese e i gioielli sconosciuti di Thailandia e Singapore. Questo e molto altro in programma al Far East Film Festival (29 aprile – 7 maggio 2011). Scopriamo tutti i film in arrivo dall’Oriente con questo speciale viaggio nel cinema asiatico.
È un fatto che dall’annessione di Hong Kong alla Cina, la fiorente produzione dell’ex colonia inglese (primo propulsore del cinema asiatico in occidente, più di 30 anni fa) abbia accelerato il suo percorso di spersonalizzazione, divenendo un mercato ancora importante dal punto di vista della mole produttiva, ma avaro di opere di estremo interesse. Il 2010 segue il trend degli ultimi anni, con un dominio dei titoli americani al botteghino che viene spezzato solo da opere di grande appeal commerciale come il gongfupian (storie di scuole d’arti marziali, incentrate prevalentemente sul tema della vendetta) Yip Man 2 e la commedia 72 Tenants of Prosperity. Ma è stato anche l’anno del grande ritorno di Tsui Hark con il wuxia Detective Dee and the Mystery of the Phantom Flame, già pronto a fare incetta di premi al prossimo Hong Kong Film Awards. Tra i film più convincenti, segnaliamo invece: The Stool Pidgeon (nella foto; in selezione al FEEF), in cui Dante Lam re-immerge il pubblico nelle atmosfere che hanno fatto grande il noir di Hong Kong, quasi un omaggio ai luoghi e alle atmosfere proverbiali del genere, oggi in chiaro decadimento. Al centro delle vicende, un detective incaricato di formare e gestire gli informatori di polizia, che decide di reclutare il giovane Ghost (appena uscito di prigione) come infiltrato in una banda di gangster, colpevole di aver quasi ucciso il suo predecessore. Il genere si bagna di melodramma, come ai tempi di John Woo, e diventa la cornice per il tratteggio di un pugno di personaggi in cerca di redenzione, con un finale iperbolico che lascia profondamente il segno. Tra la zoppicante produzione autoriale si segnala anche The Drunkard (anch’esso in selezione al festival di Udine), ricercato dramma diretto da Freddie Wong, noto per essere anche un critico apprezzato. Tratto da un celebre romanzo di Liu Yichang, il film racconta, con una cifra estetica che ricorda Wong Kar Wai, il declino autodistruttivo di uno scrittore nella Hong Kong dei ’60. Da segnalare che il 2010 è stato anche il primo anno da un bel po’ di tempo a questa parte senza un nuovo film del maestro Johnny To. Ebbene: il vuoto è stato colmato da un 2011 pieno di progetti, tra cui l’atteso noir Life Without Principle (appena terminato di girare) e la commedia Don’t Go Breaking My Heart (al FEEF in anteprima europea), giocoso triangolo amoroso co-diretto insieme al fido Wai Ka-Fa.
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