Logan Lerman ha ottenuto il ruolo dell’eroico protagonista dopo che Chris Columbus lo aveva visto in “Quel treno per Yuma” (3:10 to Yuma). Ma la macchina della produzione si era messa in moto già da tempo. Columbus ricorda il processo del casting: “La mia assistente, che lavora con me da svariati anni, mi aveva detto un paio di anni fa che, se mai avessi dovuto cercare una giovane stella per un mio film, valeva la pena vedere ‘Quel treno per Yuma’ (3:10 to Yuma), in cui recitava Logan Lerman. Ho seguito il suo consiglio e, dopo avere visto il film, ho pensato che il ragazzo fosse un eccellente attore. Quando è stato il momento di selezionare il cast per Percy Jackson, mi è subito venuto in mente lui. Al nostro incontro sono rimasto molto colpito, perché Logan ha il potenziale per diventare una grande stella del cinema. Dopodiché, ha fatto un provino e mi ha conquistato del tutto. È come se fosse un quarantenne nel corpo di un diciassettenne. Ha un istinto formidabile e credo proprio che abbia le carte giuste per essere il prossimo Leonardo DiCaprio. Ha un senso della realtà e un’intensità difficili da trovare nei ragazzi della sua età. È veramente fantastico”.
Oltre all’opportunità di lavorare con Columbus, Lerman è stato felice di partecipare a un progetto di queste dimensioni. “È un grande film!”, esclama Lerman. “Non ho mai partecipato a una produzione di questo livello. La dimensione è davvero impressionante e Chris Columbus è un regista straordinario. Non avrei messo la mia carriera nelle mani di nessun altro”.
“Non ho capito subito in che tipo di progetto mi fossi imbarcato”, sottolinea il giovane attore ripensando a quando è stato scelto per il ruolo di protagonista. “Pensavo solo: ‘Come ho fatto ad arrivare fin qui?’. Ho iniziato a rendermi conto di quanto fosse grande solo quando mi sono trovato a Vancouver per l’inizio delle riprese e ho visto i set monumentali. Hanno ricostruito il Partenone, il Metropolitan Museum of Art, il monte Olimpo e l’enorme Lotus Hotel & Casinò”.
A tenere d’occhio Percy provvede il suo migliore amico, Grover, che è un satiro, una creatura mitologica per metà uomo e per metà capra. Grover ha il compito di proteggere Percy durante la loro odissea attraverso il continente, ma ciò rappresenta per lui una sfida su due fronti: per prima cosa, come protettore è un pivello, e poi, come è tipico dei satiri, è facilmente distratto dalle donne. Questo fatto ha colpito il giovane Brandon T. Jackson durante le ricerche effettuate per prepararsi al ruolo. “I satiri sono creature selvagge”, osserva Jackson. “Nella mitologia si accompagnano spesso alle ninfe. Grover ha problemi con le donne. Infatti, ha una cotta tremenda per Persefone (moglie di Ade, interpretata da Rosario Dawson), che lo ricambia. Ma non è abituato a piacere a una dea, dal momento che lui è solo un piccolo satiro”.
Jackson, che per il ruolo si è fatto crescere il pizzetto, per emulare il ciuffo peloso che adorna il mento caprino, rivela che il suo personaggio “ha svariati altri problemi, tra cui l’insicurezza. Come protettore di Percy, è veramente immaturo. È solo un principiante, non ha ancora neanche le corna”. Il giovane attore riprende poi in tono scherzoso: “La cosa buffa è che più interpretavo il personaggio, più diventavo Grover. Ho iniziato a sentirmi come una capra e a casa mangiavo lattine di metallo”.
Mentre Columbus conosceva e apprezzava Jackson per averlo visto lavorare nella commedia di successo di Ben Stiller “Tropic Thunder”, è stato inizialmente titubante riguardo all’interprete femminile scelta per il ruolo cruciale della semidea Annabeth, figlia di Atena: Alexandra Daddario. L’attrice è stata proposta al regista dalle sue fidate responsabili del casting, Jane Jenkins, CSA e Janet Hirshenson, CSA.
“Avevamo esaminato i provini di molte ragazze per il ruolo di Annabeth”, ricorda Columbus. “Quando ho visto il video-provino che Alexandra aveva fatto a New York, sono rimasto molto colpito. Quando poi l’ho vista su pellicola, sono rimasto sbalordito dal bagliore dei suoi occhi. Erano ipnotici. Mi sono anche reso conto che insieme a Logan e Brandon c’era un’ottima sintonia”.
Il film segna il debutto della Daddario come protagonista in un film per il grande schermo. L’attrice ha iniziato a lavorare durante l’adolescenza a New York, partecipando alla soap opera “La valle dei pini” (All My Children). Quanto al suo personaggio, la Daddario spiega: “Il film si basa sul presupposto che gli dei greci siano scesi sulla terra e abbiano generato dei figli con persone mortali. Questi figli sono però stati abbandonati dai loro genitori immortali, ai quali non è permesso conoscere la loro prole semidivina. Così, Annabeth non ha mai visto Atena, ma a volte sente la sua voce che le parla e le dà consiglio. Ha una sorta di legame con la madre, ma prova anche risentimento perché non l’ha mai vista né l’ha mai avuta presente nella sua vita”.
La Daddario nota alcune somiglianze tra se stessa e Annabeth: “Penso che uno dei tratti più interessanti del personaggio sia la sua grande forza. Ci sono tanti ruoli femminili della mia età privi di una personalità totalmente formata e con una funzione puramente accessoria. Annabeth ha invece un carattere forte, complesso, completo, con un buon equilibrio tra emotività e forza”.
Per Jake Abel, che interpreta il semidio Luke, le scene ambientate a Camp Half Blood sono state tra i momenti migliori della produzione. “Camp Half Blood rappresenta una sorta di famiglia per i semidei”, spiega l’attore. “È il luogo in cui io, Percy, Grover, Annabeth e tutti gli altri semidei veniamo addestrati. Chirone ci insegna a usare i nostri poteri e attributi solo contro il male. I semidei imparano anche l’importanza di non perdere il controllo dei propri poteri perché, se dovessero scatenarli contro gli dei, ne scaturirebbe la distruzione totale del mondo. Chirone ci insegna quindi a tenere sotto controllo i nostri poteri e a usarli per un bene superiore”.
Abel e i suoi giovani colleghi hanno apprezzato il cameratismo che si è creato durante le riprese di quelle scene, oltre ai lunghi allenamenti seguiti per trasformare gli attori in semidei. “Ogni mattina ci incontravamo con le controfigure”, ricorda Abel. “L’addestramento iniziava con i combattimenti con le spade e con il volo. Tutto questo ha rafforzato rapidamente il legame tra noi”.
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