Se avete seguito l’avvicinamento all’uscita di Squid Game: The Challenge, il reality ispirato alla popolarissima serie coreana di Netflix, saprete già che durante le riprese sono iniziati a trapelare dei preoccupanti rumors circa presunte condizioni disumane cui gli stessi partecipanti sono stati sottoposti. Accuse che ora si stanno concretizzando in azioni legali contro la piattaforma.
Stando a quanto riportato dalle testate estere, alcuni concorrenti stanno minacciando di denunciare Netflix e i produttori a causa di presunti problemi di natura fisica riportati durante le riprese del game show. A rappresentare queste due persone, che sono rimaste anonime, è uno studio legale britannico specializzato in infortuni personali. Secondo quanto riportato, i due avrebbero sofferto di ipotermia e danni nervosi, un quadro che coincide con le indiscrezioni dei mesi scorsi.
Il reality di Squid Game è stato girato in inverno nel Regno Unito, a quanto pare in condizioni proibitive. I partecipanti sarebbero stati fatti rimanere al lungo tempo al freddo, anche per via di problemi con le riprese del gioco stesso – il popolare Un, due, tre, stella che si vede anche nel trailer della serie. Express Solicitors riferisce di aver inviato una lettera allo Studio Lambert, co-produttore del reality.
Da parte sua, Netflix ha confermato che tre dei 456 concorrenti hanno avuto bisogno di soccorso medico, ma aveva riferito anche che la situazione non era grave e tutto fosse sotto controllo. Per lo studio legale invece i loro clienti hanno rischiato la salute, costretti a rimanere fermi immobili per lunghi periodi di tempo e in condizioni climatiche avverse. Un portavoce di Squid Game: The Challenge ha però affermato che al momento nessuna denuncia è stata presentata.
Contemporaneamente, in un’intervista a The Hollywood Reporter i produttori hanno risposto alle critiche mosse contro il game show e non solo a quelle relative alle condizioni delle riprese. The Challenge è stato infatti anche accusato di aver sfruttato una storia anti-capitalista stravolgendone il significato stesso pur di fare intrattenimento. «Non concordo con l’idea che Squid Game abbia un solo punto. Uno dei filoni importanti era la critica capitalista. Ma è anche una critica al modo in cui siamo radicati fin dall’infanzia per essere ultra competitivi attraverso questi giochi infantili. Riguarda anche il modo in cui le persone si comportano sotto pressione ed è questo che rende interessanti i reality show – ha detto Tim Harcourt -. Il nostro spettacolo non riguarda persone bisognose. Si tratta di offrire alle persone un’opportunità».
Interrogati sulle voci di essere andati troppo oltre – rendendo di fatto The Challenge più simile alla brutalità di Squid Game – John Hay ha invece ribattuto: «Il benessere e la sicurezza sono ovviamente di primaria importanza per noi. E abbiamo adottato misure adeguate per prenderci cura delle persone. La critica particolare di cui parli era incentrata sulle riprese di Red Light, Green Light. Sono state riprese grandi e complicate, era una giornata fredda e ci è voluto molto tempo. Ma tutti erano preparati e seguiti adeguatamente. Abbiamo anticipato e testato strenuamente tutto in anticipo e ci siamo assicurati di adottare tutte le misure adeguate».
Il reality di Squid Game è già disponibile su Netflix.
Foto: Netflix
Fonte: THR
© RIPRODUZIONE RISERVATA