Squid Game è diventata rapidamente una delle serie televisive più popolari e discusse di sempre, grazie al talento dei suoi attori, alla sua accessibilità su Netflix e a un worldbuilding straordinario. Senza alcun dubbio, uno degli elementi che rendono questi show così coinvolgenti per il pubblico è l’ambiguità narrativa e la presenza di questioni irrisolte, che alimentano discussioni globali e teorie sia su ciò che è già accaduto sia su quello che potrebbe succedere in futuro.
Il creatore della serie, Hwang Dong-hyuk, ha affrontato alcune di queste teorie e speculazioni, ma il loro numero continua a crescere, tra ipotesi fondate sulla logica della storia e altre frutto della creatività dei fan. Molte riguardano il ritorno di personaggi dati per morti, e derivano più da speranze recondite che da effettive probabilità; tuttavia, alcune teorie elaborate dai fan, per quanto bizzarre e improbabili, potrebbero trovare conferma con l’arrivo della terza stagione.
Con la prima stagione, il pubblico ha formulato numerose ipotesi sul passato e sulle motivazioni dei personaggi, sulla vera natura del gioco e sulle possibili implicazioni sociali e filosofiche della narrazione. Tuttavia, la seconda stagione ha portato una svolta significativa, chiudendo alcune questioni ma lasciandone aperte altre ancora più complesse. Il finale, con un cliffhanger che vede Gi-hun prendere una decisione drastica, ha scatenato nuove speculazioni, molte delle quali ruotano attorno al destino del protagonista e alla possibilità di una ribellione contro l’organizzazione che gestisce gli Squid Game.
Negli ultimi mesi, alcune delle prime teorie elaborate dagli spettatori sono state smentite dai fatti mostrati nella seconda stagione, mentre altre si sono rafforzate o hanno acquisito nuovi elementi di sostegno. Per questo motivo, il dibattito tra i fan è più acceso che mai, con ipotesi che spaziano dall’identità di nuovi personaggi alla vera portata del gioco a livello globale.
Tra le teorie più sorprendenti e discusse emerse di recente c’è quella che riguarda Kim Jun-hee e il suo bambino non ancora nato. Secondo questa ipotesi, il figlio di Jun-hee potrebbe rappresentare l’unica speranza di redenzione all’interno della brutale competizione, diventando un simbolo di purezza e resistenza in un mondo dominato da corruzione e disperazione.
Jun-hee aveva una relazione con Lee Myung-gi prima degli eventi della seconda stagione e, dopo essere rimasta incinta, ha rifiutato di interrompere la gravidanza nonostante le pressioni del compagno. Poco dopo, Myung-gi è misteriosamente scomparso per almeno sei mesi, fino a quando i due si sono ritrovati all’interno degli Squid Game. Questo dettaglio temporale è cruciale perché indica che Jun-hee potrebbe essere incinta da almeno sei mesi, forse di più. Tuttavia, il suo tentativo di nascondere la gravidanza, legandosi l’addome per non destare sospetti, rende difficile stabilire con precisione la data del parto.
Secondo questa teoria, Jun-hee potrebbe partorire prematuramente durante la terza stagione, e il suo bambino diventerebbe l’unico essere umano davvero innocente all’interno dell’arena. La sua sopravvivenza potrebbe avere un significato profondo, simboleggiando la caduta definitiva degli Squid Game o una sorta di messaggio morale sulla possibilità di riscatto. La serie ha spesso affrontato il tema della disperazione e della mancanza di speranza, ma la nascita di un bambino in un contesto così violento potrebbe rappresentare un punto di svolta nella narrazione.
Non è da escludere che questa ipotesi porti anche a conseguenze tragiche per altri personaggi. Se il bambino dovesse essere visto come una minaccia dall’organizzazione che gestisce il gioco, potrebbero esserci tentativi di eliminarlo, e la sua protezione diventerebbe un punto centrale della trama. Inoltre, la teoria suggerisce che la sopravvivenza del neonato potrebbe avvenire a costo della vita di altri protagonisti amati dal pubblico, come Gi-hun.
Qualora questa ipotesi dovesse avverarsi, Squid Game potrebbe imboccare una strada ancora più cupa e riflessiva, enfatizzando le implicazioni morali e sociali della lotta per la sopravvivenza. La terza stagione, dunque, potrebbe esplorare non solo la resistenza contro l’organizzazione, ma anche il significato più profondo della vita e della morte in un sistema che sembra inarrestabile. E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!
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Fonte: CBR
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