Ammettetelo anche voi: quando la Padmé Amidala di Natalie Portman è morta di “cuore infranto” in Star Wars: La vendetta dei Sith, ci siete rimasti parecchio male pensando che un personaggio così badass avrebbe decisamente meritato un diverso epilogo, e magari solo dopo aver cercato di fermare in maniera più combattiva Anakin Skywalker / Darth Vader.
Ebbene, grazie al concept artist e character designer Iain McCaig, ora scopriamo che nella prima versione della sceneggiatura doveva accadere esattamente così! Come ha raccontato l’uomo, infatti, non solo Padmé avrebbe dato il via alla prima forma di Ribellione, ma avrebbe anche tentato di uccidere suo marito!
Qui le parole di Mccaig: «A Mustafar, quando lei va da Anakin, ha un coltello in mano. Scende giù dall’astronave, corre da lui e lo abbraccia. Anakin glielo lascia fare. Lei ha il coltello dietro il suo collo e lo sta per uccidere, e di nuovo, lui glielo lascia fare. Ma alla fine non ci riesce. Lo ama troppo, nonostante sia diventato un mostro».
Per il resto, tutto si svolge poi come abbiamo visto nel film, con la differenza che la Amidala non muore per il suo cuore infranto, quanto, probabilmente, per complicazioni durante il parto. Chissà perché George Lucas ha infine deciso di cambiare il finale? Non pare anche a voi che così sarebbe risultato migliore?
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