L’attore di Jar Jar Binks, Ahmed Best, è tornato a parlare della terribile esperienza vissuta per Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, uscito nel 1999 e colpito da molte critiche, tra cui spiccavano in particolare le rimostranze per il “famigerato” Jar Jar Binks.
In una conversazione con People, in occasione del 25esimo anniversario del primo capitolo dei prequel di Star Wars, Best ha nuovamente discusso del personaggio che aveva incarnato, il primo a essere concepito in live action tramite motion capture.
“Sono stato la prima persona a fare questo tipo di lavoro, ma anche il primo nero“, ha ricordato l’attore, che in seguito si è tuttavia ritirato dalla recitazione dopo aver subito quello che lui stesso definisce “il primo caso da manuale di cyberbullismo“, con tanto di minacce di morte dirette proprio alla sua persona fisica.
“Non è stato facile – ha proseguito Best -. Ero molto giovane. Avevo 26 anni. Ed è difficile avere l’idea che la cosa per cui hai lavorato tutta la vita, finalmente la ottieni e sei nella fascia più alta che puoi raggiungere, ma poi all’improvviso la gente ti fa mancare il terreno sotto i piedi. Pensai: “Che succederà ora?”. La mia carriera è contemporaneamente iniziata e finita. Non sapevo cosa fare e, sfortunatamente, non c’era davvero nessuno che potesse aiutarmi perché era una posizione davvero unica; non era mai successo prima nella storia, soprattutto con Internet … Ma George [Lucas] è intoccabile, e tutti erano intoccabili. Chi non era intoccabile? Me. Tutti sono venuti da me“.
Le critiche a Jar Jar Binks gli avevano anche fatto pensare al suicidio, come aveva lui stesso dichiarato in passato, nonostante il personaggio fosse stato amato dai bambini e dallo stesso Lucas (Best è poi apparso negli altri due film della trilogia prequel: L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith).
Foto: LucasFilm; Getty (Jean-Paul Aussenard/WireImage)
Fonte: People
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