Stephen King è notoriamente un grande appassionato di cinema e audiovisivo in generale. E se recentemente ha pubblicato la sua entusiastica recensione di Baby Reindeer, la serie Netflix di Richard Gadd, lo scrittore di It, Misery e Carrie lo sguardo di Satana si è anche espresso contro i critici che esaltano film immeritevoli o peggio ancora insignificanti. E tra questi, del tutto a sorpresa, il maestro dell’horror si è scagliato contro uno dei cult movie più amati dai fan e gli estimatori di Quentin Tarantino: Kill Bill.
«Kill Bill non è l’apoteosi della bruttezza come Mars Attacks! o Mammina cara, ma è stupidamente pieno di sé. Uma Thurman fa del suo meglio, ed è la cosa migliore del film, ma alla fine è imprigionata nell’immagine di questa donna, che è più un’etichetta che un essere umano. Lei, Dio ci salvi, è La Sposa.» ha scritto Stephen King.
«La violenza è coreografata come nelle danze acquatiche dei film di Esther Williams. Quando la Sposa elimina almeno 70 criminali a colpi di kung-fu, il sangue scorga dagli arti amputati, spesso in graziose spirali. E la litania delle battute nel film è così noiosa. Non c’è neanche un finale eppure ci viene detto di restare sintonizzati perché ce ne saranno ancora. Altri colpi di karate, altre grida di battaglia che somigliano al canto degli uccellini. Tutto è certamente ben fatto, per un po’ riesce anche a catturare la nostra attenzione, ma alla fine è tremendamente noioso, non credete?»
Stephen King infine compara Kill Bill a un film come Mystic River di Clint Eastwood, opera che ritiene invece capace di catturare e conservare l’attenzione dello spettatore dal primo all’ultimo fotogramma. Mentre, al contrario, gli spettatori del cult movie con Uma Thurman finiscono solo per “scaldarsi le nani al fuoco della vanità di Quentin Tarantino”.
E voi che ne pensate? Team Tarantino o team King? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.
Fonte: Entertainment Weekly
Foto: Getty (Jim Spellman/WireImage)
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