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Steven Spielberg si scusa per uno dei suoi capolavori: «Ha avuto conseguenze orribili, mi dispiace»

Il regista ha collezionato una serie di enormi successi nel corso della sua carriera. Ma ce n’è uno di cui, ad oggi, si pente amaramente

Steven Spielberg si scusa per uno dei suoi capolavori: «Ha avuto conseguenze orribili, mi dispiace»

Il regista ha collezionato una serie di enormi successi nel corso della sua carriera. Ma ce n’è uno di cui, ad oggi, si pente amaramente

Steven Spielberg

Steven Spielberg è uno dei più grandi cineasti viventi. Con due Oscar alla miglior regia – il primo per Schindler’s List e il secondo per Salvate il soldato Ryan – e una lunga lista di lavori, che negli anni si sono ritagliati uno spazio nella storia del cinema, quello di Spielberg è ad oggi uno dei nomi maggiormente riconosciuti a livello mondiale. Eppure, anche il regista sembra avere un piccolo rimorso legato a uno dei suoi film più celebri.

Nel lontano 1975, Spielberg rese insonni le notti di molti spettatori con Lo squalo, il film tratto dall’omonimo romanzo di Peter Benchley che ha ridefinito il concetto di thriller e, con esso, anche quello di blockbuster estivo. Non si contano i titoli, realizzati negli anni successivi, che ne hanno raccolto l’eredità tentando di riportare sugli schermi la stessa tensione, così come i film che ne hanno citato le sequenze più memorabili rendendo omaggio a quello che, ad oggi, viene ricordato come uno dei capisaldi del genere. Tuttavia, la pellicola è ricordata anche per l’impatto negativo che ebbe sulla percezione degli squali da parte del pubblico, considerati a causa del film molto più pericolosi di quanto non siano in realtà. Una percezione che ebbe delle spiacevoli conseguenze non solo sul turismo balneare, con le spiagge che all’epoca dell’uscita subirono un enorme calo di presenze, ma anche sugli stessi animali, che divennero oggetto di una vera e propria caccia indiscriminata.

Di recente Spielberg è tornato a parlare della questione in un’intervista per la BBC, ammettendo di essere in parte pentito dell’impatto avuto dal film sulle persone: «Sinceramente oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali, indirettamente causata dal libro e dal film. Mi dispiace davvero tanto. […] Una cosa della quale ho ancora paura è che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per aver scatenato la folle frenesia di caccia dei pescatori sportivi dopo il 1975».

I timori di Spielberg, come già detto, non si basano sul nulla. Uno studio condotto sulla popolazione di squali, e pubblicato su Nature lo scorso anno, ha infatti confermato come dai primi anni ’70 il numero di esemplari presenti in tutto il mondo sia drasticamente diminuito addirittura del 71%. Proprio a causa della pesca indiscriminata.

Ovviamente, non è tutta “colpa” di Spielberg. Secondo Paul Cox, amministratore delegato della fondazione Shark Trust di Plymouth, è innegabile che il film abbia contribuito a diffondere un’immagine sbagliata degli squali, tuttavia, spiega: «La maggior parte delle persone è in grado di discernere tra la vita reale e il cinema. Il declino della popolazione degli squali è una chiara conseguenza della pesca eccessiva».

Il film, ormai, è acqua passata. Tuttavia, il problema della caccia indiscriminata è più che attuale e, come aggiunge Paul Cox, è importante che oggi Steven Spielberg si sia pronunciato a favore della tutela degli squali, creature tutt’altro che fameliche come mostrato nel film: «La pellicola ha portato a focalizzarsi su tutto ciò che gli squali non sono, invece di mostrare quanto siano meravigliosi. Ma il fatto che una celebrità come lui si pronunci a favore della sfida di comunicare agli spettatori un’immagine maggiormente positiva, è decisamente apprezzato».

Fonte: The Guardian

Foto: Michael Kovac / Getty Images

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