La legge di Lidia Poët, la nuova serie prodotta da Netflix con Matilda De Angelis, ha consolidato il suo successo globale diventando in breve tempo la terza serie più vista sulla piattaforma. Lo show sembra quindi aver fatto breccia nel cuore degli utenti, tuttavia non sembra trovare l’approvazione degli ultimi discendenti della protagonista.
Come sappiamo questo propone una rilettura in chiave procedural drama degli eventi che hanno portato la protagonista del titolo a diventare la prima donna ad essere ammessa nell’Ordine degli Avvocati in Italia. Una rivisitazione che ha suscitato più di una critica da parte di Marilena Jahier Togliatto, pronipote della vera Lidia Poët. Quest’ultima si è infatti scagliata contro le eccessive libertà che la serie si è presa sulla raffigurazione dell’illustre antenata, adirandosi al punto da non andare oltre la visione della puntata pilota:
Mi lasci dire che in quella serie non c’è davvero nulla della mia parente Lidia. Ne ho vista una sola puntata e poi ho abbandonato per sdegno. Io non l’ho mai conosciuta, ma in famiglia se n’è sempre parlato tantissimo. Lei ha presente quella scenaccia di sesso all’inizio della prima puntata? E ha esaminato il linguaggio in cui scade a volte Lidia? È vero, è una fiction, ma nell’800 quelle parolacce nemmeno esistevano. Insomma, va bene romanzare, ma neanche storpiare così un personaggio che tanto bene ha fatto alla storia dell’emancipazione femminile. Mi sembra davvero ingeneroso e del tutto opposto al senso che la mia lontana prozia ha voluto dare alla sua esistenza.
Marilena Jahier Togliatto ha poi snocciolato altre inesattezze riscontrate nella serie. Detto della caratterizzazione a suo dire poco fedele della prestigiosa parente, ella ha contestato alcuni aspetti della ricostruzione storica effettuata nello show:
Lei non ha mai vissuto in un villone a Torino. Abitava a Pinerolo, in una casa storica del centro, sopra i portici. Che bisogno c’era di stravolgere la storia? Sarebbe stata già abbastanza avventurosa restando fedeli alla realtà. Neanche il fratello di Lidia era sposato, mentre nella serie ha una moglie. Loro due vivevano soli con la servitù, erano una famiglia molto agiata ed entrambi pensavano solo ed esclusivamente al lavoro.
Secondo i suoi discendenti la serie non sembra quindi brillare per accuratezza verso la reale figura storica di Lidia Poët. L’apprezzamento globale ricevuto da critica e pubblica potrebbe tuttavia regalare un importante impulso alla riscoperta di una figura che ha contribuito in modo decisivo all’emancipazione femminile.
La serie è stata co-diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire, ed è stata scritta da Guido Iuculano, Davide Orsini, Elisa Dondi, Daniela Gambaro e Paolo Piccirillo. Matteo Rovere figura inoltre come produttore attraverso Groenlandia, la casa di produzione da lui fondata. Oltre a Matilda De Angelis nei panni della protagonista, sono presenti nel cast Pier Luigi Pasino nel ruolo di Enrico Poët, il fratello di Lidia, Eduardo Scarpetta nel ruolo del giornalista Jacopo Barberis e Dario Aita nel ruolo di Andre Caracciolo. Sara Lazzaro e Sinéad Thornhill invece interpretano rispettivamente Teresa Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, figlia della coppia.
Tutti e sei gli episodi de La legge di Lidia Poët sono attualmente disponibili in streaming su Netflix.
Foto: Netflix
Fonte: La Stampa
© RIPRODUZIONE RISERVATA