La lunga risposta di Ayer su Twitter – di fatto una fluviale lettera a cuore aperto – è iniziata con storie tragiche della sua prima infanzia, tra cui il suicidio di suo padre (uccisosi a Miami la mattina di Natale quando il regista aveva 4 anni), l’affido, gli anni da teppista per strada a sud di Los Angeles, la libertà vigilata, la tossicodipendenza e il suo servizio in Marina. Ha parlato di come quelle esperienze non solo hanno plasmato la sua perseveranza, ma hanno anche ispirato gli eventi della sua prima grande sceneggiatura, Training Day.
«Avevo sentito tutte le storie del mio vicinato. Le scrissi. Misi la mia anima su quella pagina. E quando qualcuno mi offrì 30 mila dollari per i diritti risi. Naturalmente nessuno ci credeva all’epoca – ha detto Ayer ricordando il momento in cui parlò di Training Day con gli studios – La brava gente di Hollywood si rifiutava di credere che i poliziotti potessero essere così corrotti. La lezione di quella sceneggiatura fu: metti il tuo dolore per iscritto. Questo è il motivo per cui scrivo storie, ho visto la vita e ho visto le persone».
Ayer ha poi spostato il focus sul montaggio di Suicide Squad arrivato nelle sale su come fosse profondamente in contrasto con la sceneggiatura originale del film. «Ho messo la mia vita in Suicide Squad – scrive Ayer – Ho fatto qualcosa di straordinario. Il mio taglio di montaggio è [un] viaggio intricato ed emotivo con alcune “persone cattive” che vengono scartate e scartate (un tema che risuona nella mia anima). Il taglio dello studio non è il mio film. Rileggetelo».
Ayer ha continuato spiegando come sarebbe stato il suo cut, osservando che pochissime persone l’hanno effettivamente visto. «[Il mio] taglio non è la director’s cut di 10 settimane – prosegue – È un montaggio completamente maturo di Lee Smith che si basa sull'[incredibile] lavoro di John Gilroy. È tutta la brillante colonna sonora di Steven Price, senza una sola canzone radiofonica in tutto. Ha archi dei personaggi tradizionali, interpretazioni incredibili, una risoluzione coerente e granitica nel terzo atto. Una manciata di persone l’ha visto. Se qualcuno dice di averlo visto, non l’ha fatto».
Ayer concluso la sua dichiarazione augurando ogni bene a Gunn, al cast e alla troupe di The Suicide Squad e asserendo: «Non parlerò più pubblicamente di questo argomento». James Gunn ha risposto al post di Ayer scrivendo semplicemente: «Hai tutto il mio affetto e la mia ammirazione, amico».
All my love and admiration, friend. ❤️🙏
— James Gunn (@JamesGunn) July 29, 2021
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Foto: MovieStillsDB
Fonte: CBR.com
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