Suicide Squad: il regista David Ayer torna all’attacco. E rincara la dose contro il film
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Suicide Squad: il regista David Ayer torna all’attacco. E rincara la dose contro il film

Il cineasta ha scritto una lunga lettera, nella quale ricorda il suo passato doloroso, si discosta nuovamente dal cinecomic del 2016 e precisa di non voler mai più tornare sull'argomento in futuro

Suicide Squad: il regista David Ayer torna all’attacco. E rincara la dose contro il film

Il cineasta ha scritto una lunga lettera, nella quale ricorda il suo passato doloroso, si discosta nuovamente dal cinecomic del 2016 e precisa di non voler mai più tornare sull'argomento in futuro

David Ayer Suicide Squad
David Ayer è tornato a parlare della sua versione di Suicide Squad, il cinecomic del 2016, e ha chiuso la porta a ogni possibile Ayer Cut, scrivendo una lunga lettera nella quale precisa di non voler mai più tornare sull’argomento in futuro. 
 
La risposta di Ayer è stata stimolata dal critico cinematografico e recensore di Screen International, Tim Grierson, che su Twitter, parlando di The Suicide Squad – Missione suicida di James Gunn (che sarà al cinema in Italia, in anteprima, dal prossimo 2 agosto), ha scritto: «Molte volte, guardando il nuovo film, ho pensato: “Beh, David Ayer dovrebbe lasciar perdere con la sua idea di una director’s cut”». Qualcuno gli ha replicato: «È il caso di ricordare che David Ayer è davvero uno dei peggiori registi di blockbuster da molto tempo a questa parte». Ayer è intervenuto proprio in reazione a quest’ultimo commento, spiegando ancora una volta come la sua versione del film con Will Smith e Margot Robbie fosse diversa da quella uscita al cinema ma senza entrare nel dettaglio, per non violare accordi di riservatezza con Warner Bros.
 

La lunga risposta di Ayer su Twitter – di fatto una fluviale lettera a cuore aperto – è iniziata con storie tragiche della sua prima infanzia, tra cui il suicidio di suo padre (uccisosi a Miami la mattina di Natale quando il regista aveva 4 anni), l’affido, gli anni da teppista per strada a sud di Los Angeles, la libertà vigilata, la tossicodipendenza e il suo servizio in Marina. Ha parlato di come quelle esperienze non solo hanno plasmato la sua perseveranza, ma hanno anche ispirato gli eventi della sua prima grande sceneggiatura, Training Day.

«Avevo sentito tutte le storie del mio vicinato. Le scrissi. Misi la mia anima su quella pagina. E quando qualcuno mi offrì 30 mila dollari per i diritti risi. Naturalmente nessuno ci credeva all’epoca – ha detto Ayer ricordando il momento in cui parlò di Training Day con gli studios – La brava gente di Hollywood si rifiutava di credere che i poliziotti potessero essere così corrotti. La lezione di quella sceneggiatura fu: metti il tuo dolore per iscritto. Questo è il motivo per cui scrivo storie, ho visto la vita e ho visto le persone».

Ayer ha poi spostato il focus sul montaggio di Suicide Squad arrivato nelle sale su come fosse profondamente in contrasto con la sceneggiatura originale del film. «Ho messo la mia vita in Suicide Squad – scrive Ayer – Ho fatto qualcosa di straordinario. Il mio taglio di montaggio è [un] viaggio intricato ed emotivo con alcune “persone cattive” che vengono scartate e scartate (un tema che risuona nella mia anima). Il taglio dello studio non è il mio film. Rileggetelo».

Ayer ha continuato spiegando come sarebbe stato il suo cut, osservando che pochissime persone l’hanno effettivamente visto. «[Il mio] taglio non è la director’s cut di 10 settimane – prosegue – È un montaggio completamente maturo di Lee Smith che si basa sull'[incredibile] lavoro di John Gilroy. È tutta la brillante colonna sonora di Steven Price, senza una sola canzone radiofonica in tutto. Ha archi dei personaggi tradizionali, interpretazioni incredibili, una risoluzione coerente e granitica nel terzo atto. Una manciata di persone l’ha visto. Se qualcuno dice di averlo visto, non l’ha fatto».

Ayer concluso la sua dichiarazione augurando ogni bene a Gunn, al cast e alla troupe di The Suicide Squad e asserendo: «Non parlerò più pubblicamente di questo argomento». James Gunn ha risposto al post di Ayer scrivendo semplicemente: «Hai tutto il mio affetto e la mia ammirazione, amico». 

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Foto: MovieStillsDB

Fonte: CBR.com

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