Il cinema sta cambiando, ma stavolta il vento innovatore arriva dall’Italia. Il regista Alessandro D’Alatri ha da poco ultimato le riprese del film Sul mare, tratto dal romanzo In bilico sul mare di Anna Pavignano, già autrice di molte sceneggiature dei film di Troisi. Alcune sequenze del lungometraggio, per la durata complessiva di venti minuti, sono state proiettate in anteprima nazionale in occasione del Bif&st a Bari, ma uscirà in sala alla fine di marzo. È un film sui giovani, un confronto tra due ragazzi ambientato sullo sfondo della realtà contemporanea: il protagonista, Salvatore (interpretato dal napoletano Dario Castiglio), è un ventenne che lavora d’estate come barcaiolo e d’inverno come muratore in nero, e che s’innamora di Martina (l’esordiente Martina Codecasa), una turista dall’atteggiamento maschile, che vive l’avventura come qualcosa che passa insieme all’estate. Assistiamo quindi a un rovesciamento dei ruoli, dove è l’uomo che patisce la delusione amorosa, di contro al topos della progettualità tipica femminile contrapposta a una visione maschile più fugace dei rapporti. L’intero lungometraggio si basa sulla contrapposizione uomo/donna, inverno/estate, luce/buio, mare/terraferma, nord/sud, è uno sguardo sull’amore.
La straordinaria novità del film è l’utilizzo del digitale, ed è significativo che una grande realtà distributiva come la major Warner Bros abbia sostenuto un progetto così coraggioso. La scelta del digitale per D’Alatri non è dovuta solo a limitazioni di budget, non avendo cercato il finanziamento statale, ma a una libertà espressiva che nulla toglie alla resa qualitativa della pellicola. La voglia di «respirare aria libera», di fare qualcosa di sperimentale a cominciare dalle nuove tecnologie, di mettersi in gioco guadagnando in leggerezza ed elasticità produttiva, hanno convinto il neofita di questo esperimento cinematografico a girare con una Sony EX3, che non avendo un costo proibitivo si rivela un’indicazione interessante soprattutto per i giovani filmaker. Con il sistema produttivo attuale si gira un film con difficoltà, invece il digitale rende tutto più semplice e veloce, permettendo un linguaggio più agile, e utilizzando uno strumento estremamente versatile in particolare durante delle riprese aeree o subacquee. Inoltre, girare senza il problema del consumo della pellicola, ha permesso di lavorare dedicandosi alla stessa scena fino a raggiungere la perfezione recitativa e sfruttando le migliori performance degli attori anche durante le “prove”. Per D’Alatri «sarà difficile tornare indietro dopo questa esperienza», seppur con la consapevolezza che l’utilizzo di queste tecnologie sia possibile solo con un film di tipo introspettivo, come Sul mare, un cinema che racconta i sentimenti ma soprattutto alcune atmosfere giovanili. Il film, ambientato a Ventotene, un’isola in provincia di Latina in cui si parla napoletano, è stato girato a impatto zero: senza illuminazione aggiuntiva, solo luce naturale e un massimo di sette kilowatt, all’insegna dell’eco-compatibilità. Il centinaio di abitanti dell’isola, i 16 componenti di una troupe ridotta, e un cast artistico di esordienti, contribuiscono a farci respirare un’aria di libertà, in un cinema che proponendo sempre i soliti cast, spesso non offre una possibilità al pubblico di vedere cose diverse.
Sul mare (in digitale) con D’Alatri
Una storia d’amore in cui una volta tanto a patire le pene del cuore è lui e a fuggire lontano è lei. Questo il file rouge del nuovo film di Alessandro D’Alatri che scommette sul digitale aprendo nuovi orizzonti...