«Ci chiediamo sempre: “Che cosa stiamo facendo? Perchè siamo qui? Qual è il motivo di tutto questo?” Il punto è semplicemente fare tutto quello che possiamo per creare opportunità per nuovi artisti», così Robert Redford (Foto Getty Images) ha parlato nel giorno di apertura della ventisettesima edizione del Sundance Film Festival, da lui fondato – appunto – 27 anni fa e che ha dato e continua a dare spazio e voce a moltissimi filmmakers provenienti da tutti gli angoli della Terra, cercando di scovare talenti, individuare i successi della nuova stagione cinematografica e trovare galline dalle uova d’oro (come fu per il caso di The Blair Witch Project nel 1999).
Sempre parlando della manifestazione, Redford ha sottolineato l’importanza di questa edizione definendola “la migliore di sempre” per due motivi: i biglietti che hanno già fatto registrare il tutto esaurito e l’altissima qualità dei film.
I numeri
Quest’anno saranno 118 i film in gara che riempiranno i 10 giorni del festival (20-30 gennaio): 95 di questi (che provengono da 29 paesi) saranno delle anteprime assolute. Per l’Italia ci sarà solo Roberta Torra con I baci mai dati, già presentato al Festival di Venezia nella sezione Controcampo italiano.
Il film, che concorrerà nella categoria “World Cinema Dramatic Competition”, è ambientato in una città del Sud (Librino di Catania) dove una tredicenne vive col chiodo fisso di fuggire di casa e da una famiglia soffocante, quando un giorno incontra la Madonna…
Nel cast ci sono Donatella Finocchiaro, Giuseppe Fiorello, Pino Micol, Carla Marchese e Piera Degli Esposti.
Tra i 23 giurati che giudicheranno le opere in gara (divisi a seconda delle varie sezioni) ci sono anche l’attrice America Ferrera (la Ugly Betty dell’omonima serie tv), il regista Jason Reitman, il critico cinematografico Todd McCarthy, i registi Susanne Bier e Bong Joon-Ho, e il creatore dei Simpson Matt Groening.
Day One
Ad aprire le danze è stato ieri Project Nim, documentario sullo scimpanzé Nim, passato alla storia per aver imparato il linguaggio dei segni, accolto con una standing ovation del pubblico in sala. Grande successo è stato registrato anche per un altro documentario: Sing your song, sulla vita della cantante Henry Belafonte e della sua lotta per i diritti civili.
Lo scimpanzé protagonista del documetario Project Nim
E proprio ai documentari, da sempre cari a Redford, è stata dedicata quest’anno una nuova sezione non competitiva. Importante ricordare che proprio dal Sundance iniziò il successo di Michael Moore e del suo Bowling a Columbine (2002). I temi di quest’anno spazieranno dalla figura di Ronald Reagan al cambiamento di sesso della figlia di Cher, Chaz Bono.
Quest’anno, il nostro inviato Giorgio Viaro terrà giorno per giorno un “diario di bordo” sul Sundance Film Festival 2011, raccontandoci le sue impressioni e tenendoci aggiornati su tutte le novità di questa edizione.
Leggi la prima puntata del Diario dal Sundance: nella neve fino al collo di Giorgio Viaro