Il 27 giugno 2021 ho partecipato a Berlino all’inaugurazione del Bud Spencer Museum. L’esposizione avrebbe dovuto essere temporanea e durare circa un anno. Invece fa ancora bella mostra di sé nella capitale tedesca. Arrivati a destinazione in tarda mattinata, la sensazione era quella di essere avvolti da una grande e coloratissima aria di festa. Sulla strada prospiciente l’ingresso c’era parcheggiato un gran numero di auto storiche dai film che subito hanno attirato l’attenzione del pubblico e dei fotografi, mentre una scalcinata banda di fiati, tra una birra e l’altra, intratteneva gli astanti con le musiche più note delle colonne sonore dei film di Bud e Terence. Non potevano mancare cosplayer e impersonator dei personaggi più iconici del grande Bud, da Bambino a Piedone, passando per Bulldozer e Banana Joe, fino allo “sceriffo extraterrestre”. E anch’io ne ho approfittato per alcuni scatti memorabili. Gigantografie del nostro eroe campeggiavano ovunque e una statua in scala 1:1 ci accoglieva con aria bonaria all’ingresso. La visita dura circa un’ora e, come ci ha spiegato il direttore del museo Matteo Luschi, tutto, all’interno, è stato curato minuziosamente dalla famiglia Pedersoli: foto inedite, locandine, costumi di scena, articoli di riviste e giornali tematici, e tutto ciò che ha reso immortale il mito di Bud, partendo proprio da Carlo Pedersoli, con il suo grande passato da campione di nuoto e la sua infinita passione per il volo, la musica e la scrittura. I pezzi forti sono una Ford restaurata da … altrimenti ci arrabbiamo!, il camioncino dei gelati e il flipper di Pari e dispari oltre all’immancabile Dune Buggy. Degne di nota anche la ricostruzione della casa dello sceriffo in Trinità, con la riproduzione di Bud/Bambino, e la “Bud’s Cine Lounge”, un piccolo cinema dalle atmosfere retrò dove è possibile assistere a proiezioni di documentari su Carlo Pedersoli e altri video inediti. Personalmente, mi è scesa una lacrimuccia davanti alla teca con il Telegatto. Al termine di questo viaggio, è la volta del “Bud Spencer Saloon Museum”, area ristoro dove, oltre a rilassarsi un po’, preparatevi a tirar fuori il portafoglio perché è impossibile non fare incetta di gadget d’ogni tipo o comprare souvenir per gli amici. Il culmine della giornata, per me, è stato l’incontro con i figli di Bud, giunti anche loro per l’inaugurazione. Se mi vedete particolarmente emozionata nella foto con il primogenito Giuseppe è perché questo tourbillon di sensazioni mi ha davvero toccato il cuore. Che poi è dove custodiamo i nostri ricordi più cari. E quello di Bud, nel mio, brilla di una luce infinita.
DUE CHIACCHIERE CON STEFANO E GIANLUCA, IMPERSONATOR DI BUD & TERENCE
Trinità e Bambino, ma anche i “due superpiedi quasi piatti”, sono solo alcuni dei personaggi che i due cosplayer sono in grado di far rivivere La nascita del duo si deve nel 2018 a Gianluca Cardinali (Terence) – come racconta Stefano Perna (Bud), da sempre grande appassionato della coppia, di cui ha anche un tatuaggio. E galeotto fu il loro incontro al Romics, presso lo stand western dove Gianluca notò in Stefano una certa somiglianza e gli propose, quasi per gioco, di interpretare Bud & Terence. Non immaginavano il successo che avrebbero ottenuto.
Come realizzate i vostri costumi? G: «Guardiamo e riguardiamo ogni scena per cogliere al meglio ogni singolo dettaglio. Quello che possiamo realizzare in autonomia lo facciamo da soli. A volte, però, ci avvaliamo dell’aiuto di artigiani esperti, specie per la lavorazione del cuoio, così da ottenere un risultato quanto più possibile fedele all’originale».
Solo Trinità e Bambino? G: «Sono i nostri cavalli di battaglia, ma non ci sono solo loro. Abbiamo realizzato anche Matt e Wilbur de I due superpiedi quasi piatti, sia in versione da poliziotti che borghese, Ben e Kid da …altrimenti ci arrabbiamo!, Alan e Charlie di Chi trova un amico trova un tesoro, Cat e Hutch di Dio perdona… io no!, il primo film in assoluto che gli attori hanno girato in coppia, nel 1967». S: «E ho in preparazione Bulldozer di cui sto finendo di verniciare il casco. Poi sarà la volta del mio sogno nel cassetto: il mitico Banana Joe».
La vostra soddisfazione più grande? S: «Al di là del grande affetto tributato dai fan alle varie fiere, specie in occasione di quei divertenti siparietti che ricreiamo in lip sinc con scazzottate per un mestolo di fagioli, è stato l’invito all’inaugurazione ufficiale del museo di Bud Spencer a Napoli. Lì, alla presenza dei familiari del compianto Pedersoli, la moglie, appena mi ha visto nei panni di Bambino, mi è corsa incontro e, abbracciandomi, mi ha detto commossa: “Oh… come Carlo mio!”». G: «L’incontro con Terence Hill in occasione della presentazione del suo film Il mio nome è Thomas, dedicato proprio a Bud Spencer. Mi presentai nei panni di Trinità e una volta terminata la conferenza, guadagnai il bordo palco tra la folla che si era aperta. Lui, che doveva tornare a Roma, mi vide, spalancò i suoi occhi azzurri e disse: “Fermi tutti, non me ne vado prima di essermi fatto una foto con Trinità!”».
(1) Giorgia Vecchini (1) Gianluca Cardinali & Stefano Perna (1)
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