Supersex è in cima alle classifiche di visione su Netflix (non solo in Italia), dov’è uscita lo scorso 6 marzo dopo l’anteprima alla Berlinale 2024. Lo show, interpretato da Alessandro Borghi, è basato sulla vita di Rocco Siffredi, ripercorsa dalle origini abruzzesi fino all’ascesa nel mondo e dell’industria del cinema a luci rosse, in una parabola biografica senza filtri e compromessi sul più noto divo dell’hard di tutti i tempi.
Di recente, lo stesso Siffredi è tornato sulla serie in un’intervista ad Adnkronos, in cui ha ripercorso alcuni elementi della sua vita, largamente affrontata dalla serie: “Il porno è stata la mia salvezza, non la mia dannazione, perché mi ha aiutato ad uscire dalla depressione – ha detto Siffredi in un’intervista esclusiva ad Adnkronos – Io sono sempre depresso, basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione ma non ho mai usato farmaciperché mi sono sempre detto che dovevo imparare a superare qualsiasi ostacolo da solo attraverso le mie forze. Ricordo che da giovane mi allenavo tantissimo in palestra, facevo sforzi fisici enormi al di sopra delle mie possibilità ed era per questo che sul set le mie scene duravano così a lungo. Sono anni che non faccio sogni belli. Se dovessi scrivere gli incubi che faccio diventerei il regista horror più famoso al mondo“.
Siffredi ha spiegato che col fratello maggiore Tommaso non si parla più da dieci anni, dopo la morte di entrambi i genitori, e ciò che ciò che lo faceva più soffrire era vedere la madre sempre triste, tanto che il suo principale obiettivo era aiutarla a sollevarsi dalla miseria economica (prima che morisse, è stato due mesi al suo fianco, assistendola al suo capezzale). Un dato biografico che Supersex racconta in maniera molto frontale e senza compromessi, oltre che senza nascondersi dietro un dito: “Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo“.
Nella conversazione c’è spazio anche per un ricordo di Moana Pozzi, storica e amatissima collega di set: Era una donna fortissima e di gran classe, ma non l’ho mai vista come una pornostar. Aveva la melanconia di una ragazza triste dentro, io ero infelice per la perdita di mia madre mentre lei nascondeva un altro segreto. Non ci siamo mai presi sessualmente. So che sembrerà strano ma la vedevo come una sorella, passavamo molto tempo a parlare e a confidarci“.
Oltre a parlare della sua sex addiction durata 15 anni, dalla quale è uscito grazie alla moglie Rózsa Tassic (“Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male. Penso sempre che qualcuno mi ha protetto da lassù, sarei potuto morire di HIV, ma quando soffri di dipendenza non c’è malattia che tenga“), Siffredi ha parlato anche di un film drammatico ispirato alla vita di DavidE Cincis, incontrato sul set del film con Massimo Boldi Matrimonio a Parigi, dov’era assistente alla regia e nel quale lo stesso Rocco aveva recitato. In merito al progetto, Siffredi ha anticipato quanto segue all’agenzia di stampa: “Dopo aver visto la mia intervista alla trasmissione ‘Belve‘ mi ha telefonato e mi ha detto: “Dentro di te hai un dolore talmente forte che sei l’unico attore che mi viene in mente che possa interpretare quello che ho in mente”. Inizieremo a girare il film in autunno tra l’Abruzzo e Budapest. Credo che la drammaticità sia una cosa che fa parte della mia vita, non mi vedo nella veste di attore comico, io al massimo sono ironico ma mai comico“.
Foto: Gerald Matzka/Getty Images
Fonte: Adnkronos
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