Tartarughe Ninja, il reboot di Jonatahn Liebesman, ha incassato oltre 300 milioni di dollari nel mondo. Più che di critica, un successo di pubblico, sempre affezionato ai quattro fratelli mutanti e al lavoro maestro Splinter. Disponibile in Blu-ray, Dvd e Digital Download dal 2 gennaio, il film vede protagonista anche Megan Fox, nei panni della giornalista April O’Neill, alleata di Michelangelo, Leonardo, Donatello e Raffaello. Un’occasione di rilancio per l’attrice, che torna in un blockbuster dopo la saga di Trafsormers, conlusasi (per lei) al secondo capitolo causa “incomprensioni” con il regista Michael Bay, produttore di Tartarughe Ninja.
Nell’intervista qui di seguito, ci parla della sua esperienza sul set, del rapporto con Bay e di come è cambiata la sua vita dopo essere diventata mamma.
Best Movie: Megan, sei passata dai robot della saga Transformers alle Tartarughe Ninja. Eri già una loro fan?
Megan Fox: «Una grandissima fan. Ero veramente emozionata all’idea di lavorare a questo progetto. In passato, mi è sembrato più volte come se il caso mi forzasse a fare delle scelte, come se avessi scelto i ruoli e i film che mi venivano proposti. Questo invece l’ho fortemente voluto. Non mi era mai successo prima nella mia vita professionale, ma ho inseguito questo lavoro con tutte le mie forze!»
BM: Che cosa ti piaceva in particolare di questo ruolo?
M.F.: «Mi piaceva l’idea di lavorare con un team in cui la mia opinione di attrice contasse qualcosa. Non è sempre così, per lo meno nella mia esperienza. Sul set di Tartarughe Ninja invece si faceva molto gioco di squadra».
BM: È questo che ti è piaciuto del regista?
M.F.: «Assolutamente. Jonathan (Liebesman) è proprio come dicevo. È uno che gioca per al squadra. Ed ha un gran senso dell’umorismo: una cosa che ti fa venire voglia di andare la lavoro ogni mattina».
BM: Secondo alcuni rumours, non c’era una grande amicizia con Michale Bay sul set di Transformers. Dato che Bay è il produttore di questo film, come è stato lavorare di nuovo con lui?
M.F.: «Non l’ho visto sul set, non era presente. Stava girando Transformers 4. Ho parlato con lui un paio di volte al telefono e ogni tanto girava voce che il Bay sarebbe arrivato sul set, ma non è mai successo. Era tutto ok, io e Michael andiamo d’accordo».
BM: Quanto spesso hai pensato che, essendo ormai mamma, i tuoi figli avrebbero potuto vedere questo film un giorno?
M.F.: «Era il mio primo pensiero! Sono entusiasta di questo film e spero che un giorno loro lo trovino ugualmente entusiasmante. Ma in genere i figli non pensano mai che quello che fanno i genitori possa essere figo…»
BM: Cosa ci puoi dire dei tuoi colleghi del cast? Com’è stato lavorare con Whoopi Goldberg e Will Arnett?
M.F.: «Whoopi è così carismatica! È stato fantastico lavorare con lei. Con i tuoi colleghi non sempre riesci ad avere uno scambio di energie: lei è una di quelle persone che si apre totalmente. Will è molto divertente. Sono una grande fan della serie tv Arrested Development – Ti presento i miei, per cui mi sono divertita ad averlo con me sul set».
BM: Pensi che le tue priorità siano cambiate da quando sei diventata mamma?
M.F.: «Direi che più che altro ho delle priorità che si sono aggiunte nella mia vita ed è bello quando puoi condividerle con altri colleghi che sono a loro volta genitori».
BM: Cosa conta meno per te ora?
M.F.: «Tutto quello che non ha nulla a che fare con i miei bambini. Non sono mai stata super-ambiziosa, ma ora quando si tratta di un nuovo lavoro verifico subito se sia o meno a Los Angeles, perché non posso viaggiare troppo. Inoltre voglio essere parte di un gruppo, non voglio portare da sola la responsabilità dell’intero film e girare tutto il giorno per tre mesi».
BM: Com’è il tuo lavoro ideale?
M.F.: «Finire le riprese in dieci giorni. Sarebbe l’ideale, ma ovviamente non accadrà mai. È questo che cerco al momento. Sono in una posizione privilegiata: posso fare anche un solo film all’anno ed essere comunque in grado di sostenere economicamente la mia famiglia».
BM: E se non fossi stata in grado di farlo?
M.F.: «Relativamente alle scelte fatte nella mia carriera, mi sento molto fortunata. Per come sono fatta io, se non riuscissi a mantenermi investendo quanto tempo decido io, probabilmente lascerei perdere. Non voglio stare lontana dai miei bambini per troppo tempo».
BM: Cosa rende le tartarughe di questo film così cool?
M.F.: «Ogni tartaruga rappresenta uno dei quattro temperamenti teorizzati nell’Antica Grecia. Ognuno può identificarsi con uno di loro quattro. È una formula perfetta, funziona per tutti. Non so se fosse una cosa intenzionale o casuale».
BM: Credi davvero che ognuno possa riconoscersi in una delle quattro tartarughe del film?
M.F.: «Sì, alcuni sono come Michelangelo, altri come Leo, altri come Raffaello… Possiamo tutti rispecchiarci in loro ed è divertente scoprirlo. Risvegliano il bambino che è in noi e lo liberano. E non serve giustificarsi per questo».
BM: Con quale Tartaruga Ninja ti identifichi maggiormente?
M.F.: «Michelangelo. È uno spirito libero. È quello che non prende nulla troppo sul serio. Mi sento più vicina a lui per lo più, ma ho anche dei momenti Leo. A volte sono un po’melanconica. Ma è una parte della mia personalità che non voglio esporre troppo».
BM: Hai molte scene d’ azione nel film?
M.F.: «Non troppe. Molte sono state tagliate nell’edizione finale perché abbiamo cambiato la storia. Ma ti dirò che quando gli attori hanno sequenze d’azione si sentono dei veri duri sul set, mentre i professionisti che sono lì ridono di noi… Lo so! Pensano che siamo buffi, il che mi va bene.»
BM: È stato facile per te tornare in forma dopo il secondo bambino? Come ti alleni?
M.F.: «È stato più facile questa seconda volta, ma ho dovuto cambiare la mia dieta, non mangio più tanto pane come facevo prima, ora mangio molta più frutta e verdura: è noioso, ma devo farlo! Per quanto riguarda l’allenamento, vado in palestra una sola volta a settimana con un personal trainer che mi punisce per allenarmi solo ogni sette giorni… Sto lì per un’ora e mezza, in genere alterno brevi ma intensi momenti di cardio con il sollevamento pesi. Sono abbastanza pesanti…»
BM: Anche i bambini sono un buon allenamento, no?
M.F.: «Sì, sono l’esercizio migliore! In genere indosso uno di quei braccialetti per contare i passi, l’altro giorno ne ho fatti 1.400! E solo all’interno della casa… è sempre un andare su e giù, rincorrerli ovunque, ed il più piccolo vuole stare sempre in braccio, non mi lascia sedere un attimo. Questo mi tiene in forma!»