Ecco le prime righe dell’articolo sulla mania per le t-shirt delle star di Hollywood, su Best Movie di giugno, ora in edicola:
«Non sei un Messia, sei una faccia su una t-shirt» diceva il detective Brad Pitt al serial killer di Seven, e non sapeva, anzi sapeva benissimo, che di lì a poco sulle magliette ci sarebbe finito lui: da protagonista («I Love Brad Pitt») o “tirato per la giacchetta”, come un novello Paride – lui che in Troy interpretava Achille – conteso tra il “Team Aniston” e quello “Jolie”. Una faccia su una t-shirt: detto così, sembra quasi un insulto. E invece… Il Che e Topolino, i Beatles e la Marilyn di Warhol: le icone del nostro secolo ci sono passate tutte, su quel «foglio bianco» (la definizione è di Elio Fiorucci) che parla per noi, e di noi, a chiunque ci incontri per strada, anche solo di sfuggita. Le interviste? Acqua passata. A Hollywood i divi basta incontrarli per strada per sapere “tutto” di loro. I gusti musicali, per esempio, con il solito derby che si trascina uguale da decenni: Rolling Stones Vs. Beatles, con Kate Beckinsale che non rinuncia alla maglia linguacciuta dei fedelissimi di Mick Jagger, e Zac Efron, Robert Downey Jr. e Sharon Stone che preferiscono i Fab Four.
E poi le preferenze cinematografiche, che a volte la dicono lunga sul personaggio: ci vuole tempra da supereroe per resistere sei stagioni sull’isola di Lost? E allora ben venga la S di Superman indossata da Josh Holloway. Certo, a volte l’apparenza inganna: decenni fa, strizzati all’inverosimile in una t-shirt promozionale, i pettorali di Arnold Schwarzenegger pubblicizzavano una sala d’essai in cui forse il futuro Conan non avrà mai messo piede, e pure sulla devozione di Mischa Barton per gli Eagles ci permettiamo di avanzare dei dubbi: scommettiamo che più delle note country-rock potè il fascino del vintage?
A proposito di vintage: su internet è un tripudio di siti specializzati in capi d’epoca, originali o abilmente riprodotti (ma occhio al prezzo!), e gli scaffali delle librerie sono pieni di bibbie illustrate che raccontano la storia lunga e avvincente della t-shirt, dai tempi in cui ambiva al massimo al cassetto della biancheria di lui, allo sdoganamento dovuto a Marlon Brando. Il film era Un tram che si chiama desiderio, e desiderio iniziò a chiamarsi pure la maglietta.
Per leggere il resto dell’articolo (di Gabriele Barcaro) sulle t-shirt, correte a comprare la rivista. Best Movie di giugno è già in edicola!
A tutto rock: Sharon Stone con la sua t-shirt si schiera con il “Team Beatles”
Impegno sociale: Javier Bardem con una maglietta “pacifista”
Grandi icone: Ed Westwick, tra i protagonisti di Gossip Girl, omaggia con la sua t-shirt il mito James Dean