Terra Sacra: Il cinema dopo il sisma, Il buco di Michelangelo Frammartino inaugura il ciclo di proiezioni ad Ancona
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Terra Sacra: Il cinema dopo il sisma, Il buco di Michelangelo Frammartino inaugura il ciclo di proiezioni ad Ancona

La rassegna ha preso il via nella giornata di ieri con la proiezione del film, alla presenza del regista e della co-autrice Giovanna Giuliani, e del cortometraggio Sogni al Campo di Mara Cerri e Magda Guidi, tra le maggiori esponenti del cinema d’animazione italiano contemporaneo

Terra Sacra: Il cinema dopo il sisma, Il buco di Michelangelo Frammartino inaugura il ciclo di proiezioni ad Ancona

La rassegna ha preso il via nella giornata di ieri con la proiezione del film, alla presenza del regista e della co-autrice Giovanna Giuliani, e del cortometraggio Sogni al Campo di Mara Cerri e Magda Guidi, tra le maggiori esponenti del cinema d’animazione italiano contemporaneo

Il buco Terra Sacra

Da venerdì 4 a domenica 6 marzo 2022 l’Auditorium della Mole di Ancona accoglie al suo interno la rassegna cinematografica Terra Sacra: Il cinema dopo il sisma. L’iniziativa, curata dai giornalisti Maria Laura Ramello e Giorgio Viaro in collaborazione con il festival Corto Dorico, della quale Best Movie è media partner, è parte integrate di TERRA VIVA!, il programma di eventi collaterali che accompagna la mostra TERRA SACRA, allestita fino all’8 maggio alla Mole Vanvitelliana.

«È il “cinema dopo il sisma” – affermano i curatori – inteso in senso letterale ma anche metaforico, come sconvolgimento dello stato delle cose, uno sconvolgimento che può essere dovuto a un terremoto, a una pandemia o a una non meglio definita apocalisse. Di sicuro, nei film che abbiamo scelto, qualcosa di terribile si è consumato e ha consumato il mondo che conoscevamo: e ora tocca farci i conti, proprio come è capitato a tutti noi negli ultimi due anni. Il modo in cui i protagonisti affrontano i postumi di queste apocalissi determina la natura delle storie che vi proponiamo».

La rassegna ha preso il via nella giornata di ieri con la proiezione del cortometraggio Sogni al Campo di Mara Cerri e Magda Guidi, tra le maggiori esponenti del cinema d’animazione italiano contemporaneo, e de Il buco di Michelangelo Frammartino, premio speciale della giuria alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, alla presenza del regista e dell’attrice e co-autrice del film Giovanna Giuliani

«C’era un tempo in cui il tempo era un paesaggio. In quel tempo un bambino aveva aperto il paesaggio, come avrebbe fatto qualsiasi altro bambino»: è una frase dello scrittore Andrea Bajani ad aprire il corto, storia di un ragazzo che cerca il suo gatto lungo il fiume, ma non lo troverà perché l’animale si è allontanato da tutto per isolarsi e morire. Lo stupore dell’osservazione è il cuore del racconto: il protagonista usa le dita per costruirsi un occhio supplementare dal quale guardare l’esterno, in un ponte ideale tra l’essere umano e la terra.

Un monito analogo a quello di Michelangelo Frammartino ne Il buco, dove immergere lo sguardo in una cratere immenso coincide, per il cineasta, col massimo dell’ancestralità in quanto a esplorazione cinematografica, antropologica, metafisica. Il film racconta di un gruppo di giovani speleologi piemontesi che, durante il boom economico degli anni ’60, visita l’altopiano calabrese del Pollino e scopre l’Abisso del Bifurto: con i suoi 700 metri di profondità, una delle grotte più profonde del mondo, sorvegliata da un vecchio pastore, unico custode.

«Il buio della delle grotte è anche un po’ il buio della sala cinematografica, sono un tutt’uno, e il film è pensato come esperienza immersiva – ha detto Frammartino raccontando il film al pubblico anconetano – Si trattava di un territorio, il Pollino, nel quale avevo anche già girato e al quale io, cresciuto a Milano ma da genitori entrambi calabresi, sono molto legato. Abbiamo girato fino a -400 metri, non siamo arrivati ai -700 complessivi dell’abisso per ragioni di sicurezza. Per arrivare in fondo impiegavamo 4-5 ore, e ci voleva poi lo stesso tempo per uscire, per cui rimaneva poco tempo per girare, a volte anche solo un’ora»

Foto: La Mole Ancona

Foto di copertina: Doppio Nodo Double Bind, Rai Cinema, Société Parisienne de Production, Essential Filmproduktion GmbH

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