Se pensavate di sapere tutto su Spider-Man, probabilmente avete fatto male i conti. Dietro la maschera, infatti, c’è un uomo in carne e ossa, con un passato oscuro che attende solamente di essere svelato. Un segreto sepolto che vedrà la luce nel reboot in 3D The Amazing Spider-Man, dando vita a una «storia mai raccontata» come recita lo slogan del film. Se siete ancora attaccati alla vecchia trilogia di Sam Raimi (che poi tanto vecchia non è), è giunto il momento di premere il tasto “reset” e prepararvi a una nuova avventura, decisamente più sulle orme del Batman di Nolan rispetto a un classico cinecomic Marvel. Diciamo pure che sarà un giusto mix di sapori. D’altronde il karma “supereroe dai superproblemi” resta inalterato, con l’aggiunta, però, d’interessanti novità. Innanzitutto dimenticate il goffo Tobey Maguire, perché questa volta dietro la maschera si nasconde Andrew Garfield (The Social Network), che, a differenza del suo predecessore, con le ragazze sembra saperci fare, sia sul grande schermo sia nella vita reale. Non è un segreto, infatti, la sua storia d’amore con Emma Stone, reduce dal successo di The Help, che più bionda che mai si cala nei panni della prima fidanzata di Peter Parker, Gwen Stacy. A infrangere questo sogno idilliaco (almeno sul grande schermo) ci pensa il viscido Lizard, un lucertolone dalla forza sovraumana, con tanto di squame e artigli affilati come lame, pronto a spiaccicare il nostro ragno contro il muro. A trasformarsi nel mostro verde è una delle persone più vicine a Peter Parker, ovvero il Dr. Connors, dietro il cui camice si nasconde Rhys Ifans. Brillante scienziato ed ex collega del padre di Peter, il Dr. Connors diventa una sorta di mentore per il giovane. Almeno finché, dopo essersi iniettato un composto sperimentale per farsi ricrescere un braccio, non finisce per tramutarsi in una creatura mostruosa che seminerà il panico per le strade di New York City. Del resto anche i supercattivi hanno superproblemi…
Alla ricerca dei genitori perduti
Sarà proprio la fuga improvvisa e la successiva scomparsa dei genitori del piccolo Peter Parker uno dei punti di forza di questo cinecomic, al cinema dal prossimo 4 luglio. Come in un sogno a occhi aperti, Peter rivivrà giorno dopo giorno il loro addio e le ultime parole del padre: «Resterai con lo zio e la zia per un po’, io e la mamma dobbiamo fare una cosa». A questo punto i ricordi si fanno sfocati e nella mente resta solo una domanda che si fa sempre più martellante: «Perché se ne sono andati e chi era veramente mio padre?». Non è nuova, infatti, nel panorama supereroistico la teoria del “bambino” che continua a vivere dentro il nostro eroe, influenzando le sue scelte e i comportamenti che sviluppa da adulto. Tra gli esempi più lampanti ricordiamo anche Bruce Wayne/Batman e Matt Murdock/Devil, entrambi feriti dalla morte dei genitori e determinati dal tentativo di vivere all’altezza delle loro aspettative. Un tema che, nel caso di Spider-Man, non è mai stato centrale nemmeno nei fumetti. Le conseguenze inevitabili di un tale trauma sono comunque piuttosto evidenti: «Peter Parker è un lupo solitario, imprevedibile, rabbioso e ribelle» spiega Garfield. «Reagisce così perché vuole proteggere se stesso. È già stato abbandonato una volta e non vuole che riaccada di nuovo. Non è facile avvicinarlo». E a portarlo sulle orme del padre è una borsa conservata dallo zio Ben (Martin Sheen), nella quale è conservato un badge del genitore marchiato “Oscorp Corporation”, di cui fa parte lo stesso Dr. Connors. Ma se vi aspettate di scoprire tutto sul passato oscuro di Spider-Man, vi sbagliate di grosso. Il regista Marc Webb ha promesso, infatti, che non verrà svelato tutto il mistero sui genitori, in vista di nuovi capitoli che scaveranno sempre più nell’animo del nostro protagonista. Quindi non preoccupatevi, perché con The Amazing Spider-Man non verranno sparate tutte le cartucce migliori e i demoni interiori dell’Uomo Ragno continueranno a tormentare il povero Spidey ancora per un po’ di tempo.
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