Dopo WandaVision, su Disney+ è arrivata la nuova miniserie del MCU The Falcon and the Winter Soldier, incentrata su due “comprimari di lusso” già visti in azione in numerosi film Marvel e i cui veri nomi sono rispettivamente Sam Wilson e Bucky Barnes. La prima puntata, approdata oggi in streaming, si dedica soprattutto a introdurli entrambi, concentrandosi inizialmente più su Falcon, che è stato spalla di Captain America e compagno d’armi dell’iconico supereroe a stelle e strisce, uscito di scena come sappiamo nel finale di Avengers: Endgame, durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’episodio pilota si prende il suo tempo nello sbozzare le due caratterizzazioni e dà loro centralità, senza più far lavorare Sam e Bucky di rimessa o come meri puntelli per traiettorie narrative più grandi e corali. Questa è non solo la loro storia ma anche il loro momento ed è qui e ora, nell’arco dei sei episodi del serial creato da Malcolm Spellman, che i personaggi interpretati da Anthony Mackie e Sebastian Stan dovranno ritagliarsi il proprio spazio per incidere definitivamente nell’immaginario dell’UCM.
A differenza di WandaVision non ci sono elementi spiazzanti posti già nelle prime battute del prodotto e un taglio classico da spy story d’azione s’intravede nitidamente, così come il consueto production value della Casa delle Idee. A spiccare è però soprattutto il prologo del pilot, dove c’è di che meravigliarsi: una sequenza ipercinetica di volo aereo, con lo scudo di Cap impegnato a saettare in lungo e in largo, dotata di una ricaduta spettacolare davvero stordente. Per sfoggio di mezzi, ritmo e soprattutto qualità immersiva e acrobatica dei fotogrammi (il fatto che oggi una scena di questa portata venga concepita anche per il piccolo lo schermo la dice lunga, ma si concorderà sul fatto che ormai è perfino superfluo ribadirlo).
Se la regia delle scene action firmata dalla cineasta Kari Skogland pare una garanzia già in cassaforte, il resto dell’episodio, quasi come per ammortizzare questa straripante forza d’urto e anche per l’esigenza di settare un po’ il tutto, ha un passo più calmo, disteso, non di rado dialogico. Sam Wilson è colui al quale Steve Rogers ha affidato lo scudo di Captain America, eppure è – giustamente – pieno di incertezze personali laceranti. Dice: «Mi sembra lo scudo di qualcun altro», è consapevole del portato iconico dell’oggetto che ha ricevuto in eredità e soprattutto della necessità di nuovi eroi adatti a tempi bui e tormentati, di persone che diano significati a simboli altrimenti vuoti.
L’instabilità che l’inizio di The Falcon and the Winter Soldier cattura ha certo una sinistra attualità, a riprova del potenziale che potrebbe trovare posto nei prossimi episodi oltre ai toni da buddy movie già dati per assodati e che i fan attendevano fin da Captain America: Civil War. Per il momento ci sono delle forzature relative alla percezione pubblica del personaggio di Falcon, mentre Bucky Barnes, uomo con mille conflitti alle e sulle spalle, appare come un individuo schiacciato dai sensi di colpa, specie per i suoi trascorsi nell’Hydra, quasi in versione cent’anni di solitudine. Vederlo conciato così fa lo stesso effetto deprimente dello scudo di Cap incastonato nella teca di un museo, ed è giusto e inevitabile che sia così.
Sicuramente quanto visto nel primo blocco di racconto ci riporta a pieno titolo nelle atmosfere di Captain America: The Winter Soldier dei Russo (tra gli apici della Marvel), a cominciare dall’attenzione sinergica a diversi scenari geopolitici. Si registra, però, anche la percezione del sentirsi orfani rispetto a un equilibrio perduto, tra precedenti burrascosi, incubi che ritornano, ammende più private che pubbliche, da rivolgere rigorosamente a se stessi, e tentennamenti intimi e silenziosi che fanno il paio con certi lasciti.
A riprova di come, con Avengers: Endgame, non solo si è conclusa la Fase 3 del MCU ma si è anche spalancata una rivoluzione al cospetto della quale toccherà munirsi di nuove bussole per orientarsi. E potrebbero essere proprio due seconde linee come Falcon e Soldato d’Inverno, tra gli altri, a fornici non solo eredità alternative ma anche ulteriori punti di riferimento, tenendo ben accesi i fari sulle loro origin story.
Foto: Marvel Studios (via MovieStillsDB)
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