The Movie Critic, clamoroso: Quentin Tarantino vuole Cate Blanchett per il suo decimo e ultimo film. I dettagli e cosa sappiamo
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The Movie Critic, clamoroso: Quentin Tarantino vuole Cate Blanchett per il suo decimo e ultimo film. I dettagli e cosa sappiamo

Un folle rumor destinato a far sognare i cinefili di ogni ordine e grado, i tarantiniani di stretta osservanza come i fan dell'acclamata attrice di Tár già due volte premio Oscar

The Movie Critic, clamoroso: Quentin Tarantino vuole Cate Blanchett per il suo decimo e ultimo film. I dettagli e cosa sappiamo

Un folle rumor destinato a far sognare i cinefili di ogni ordine e grado, i tarantiniani di stretta osservanza come i fan dell'acclamata attrice di Tár già due volte premio Oscar

Quentin Tarantino Cate Blanchett The Movie Critic

Il noto insider Jeff Sneider durante l’ultimo episodio del suo podcast Hot Mic, ha condiviso un aggiornamento da far tremare i polsi su “The Movie Critic, annunciato appena pochi giorni fa come il decimo e ultimo film di Quentin Tarantino; lungometraggio che, stando a quanto si apprende, entrerà in produzione il prossimo autunno.

Sneider ha origliato che il prossimo film di Tarantino sarà “critico nei confronti dell’attuale stato di Hollywood” e ha aggiunto che il cineasta di Pulp Fiction e Bastardi senza gloria, appena uscito nelle librerie italiane con il suo libro Cinema Speculation (QUI i dettagli della presentazione e del firmacopie a Milano del volume, edito da La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi), vuole ardentemente e ha messo in cima alla lista dei suoi desiderata Cate Blanchett per il ruolo principale.

Naturalmente si tratta solo di voci e indiscrezioni, per quanto fornite da una fonte generalmente ben informata, ma ovviamente nulla è confermato; Sneider ha anche voluto smentire il rumor di Giant Freaking Robot, che voleva Margot Robbie, già diretta da Tarantino nel suo ultimo C’era una volta a… Hollywood nei panni di Sharon Tate, nel ruolo principale della critica cinematografica, giornalista e saggista del New Yorker Pauline Kael, citata a più riprese anche da Woody Allen nella sua autobiografia A proposito di niente e con un ruolo fondamentale da ispiratrice cruciale anche per il film di David Fincher Mank, sulla lavorazione di Quarto potere di Orson Welles dal punto di vista dello sceneggiatore premio Oscar Herman L. Mankiewicz, interpretato per l’occasione da Gary Oldman. Il film appoggia la tesi avanzata da Pauline Kael nel suo articolo Raising Kane (New Yorker; 1971), e successivamente screditata, secondo cui la paternità della sceneggiatura di Quarto potere sarebbe da attribuire interamente a Mankiewicz e non anche a Orson Welles.

In compenso, per stemperare un po’ gli animi, due amici di Quentin la scorsa settimana hanno negato che si tratterà di un film interamente Kael, per cui la situazione del borsino delle indiscrezioni è al momento molto ingarbugliata. Ciò che è abbastanza chiaro è che è stata messa in piedi una produzione autunnale e possiamo essere abbastanza fiduciosi, come scrive Word of Reel, che il titolo sia davvero The Movie Critic, ma questo è tutto. Qualcuno ha anche riferito a Sneider che l’ispirazione per la scrittura della sceneggiatura, alla cui stesura Quentin Tarantino si dedica sempre anima e corpo, è arrivata dalla stesura proprio del suo recente Cinema Speculation e che l’autore e cineasta ne ha “romanzato alcuni passaggi chiave” in questo copione. 

Quentin Tarantino, dal canto suo, non ha mai nascosto la sua ammirazione per la Kael. Inoltre le tempistiche della sua avventura della nota critica in Paramount sembrano coincidere perfettamente con i tempi e i luoghi citati nella sceneggiatura di The Movie Critic, elemento che farebbe di Paulina Kael l’indiziata numero uno come personaggio protagonista. Il film dovrebbe essere infatti ambientato a Los Angeles verso la fine degli anni ’70 e dovrebbe avere al suo centro una protagonista femminile.

Tarantino ha sempre sostenuto di voler arrivare a dirigere 10 film. Ad ora il leggendario regista e sceneggiatore è fermo a quota nove (considerando Kill Bill come un film unico) e proprio questo mese compirà i fatidici 60 anni, l’età alla quale ha sempre dichiarato di volersi ritirare. Il nuovo progetto del regista al momento non sembra ancora avere uno studio alle spalle; potrebbe tuttavia essere acquisito già nelle prossime ore. La favorita al momento sembra essere Sony Pictures, che aveva già provveduto alla distribuzione di C’era una volta a… Hollywood nel 2019.

Pauline Kael (Petaluma, 19 giugno 1919 – Great Barrington, 3 settembre 2001) è stata una critica cinematografica statunitense. Figlia di ebrei polacchi, per oltre venti anni, dal 1968 al 1991, ha scritto per il magazine The New Yorker. È considerata uno dei più influenti e celebrati critici del mondo cinematografico statunitense e un’esponente della cosiddetta “critica sociologica”. Prima di lavorare per il The New Yorker, aveva scritto su McCall’s, da cui era stata licenziata nel 1966 per aver ribattezzato il film Tutti insieme appassionatamente con il titolo Tutti insieme piagnucolosamente. Nel 1979 assunse il ruolo di consulente per la Paramount Pictures, una posizione che accettò per volere dell’attore Warren Beatty.. Dopo che le fu diagnosticata la malattia di Parkinson, lasciò l’attività di pubblicista.

Catherine Elise Blanchett, detta Cate (Melbourne, 14 maggio 1969), è un’attrice e produttrice cinematografica australiana con cittadinanza statunitense. Formatasi professionalmente in patria, si è imposta all’attenzione internazionale per il ruolo di Elisabetta I d’Inghilterra in Elizabeth (1998), per il quale ha ottenuto la sua prima candidatura agli Oscar. Nel 2005 ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione di Katharine Hepburn in The Aviator di Martin Scorsese, mentre nel 2014 si è aggiudicata l’Oscar alla miglior attrice per Blue Jasmine di Woody Allen. Così facendo, è diventata una delle sette attrici nella storia (insieme a Helen Hayes, Ingrid Bergman, Maggie Smith, Meryl Streep, Jessica Lange e Renée Zellweger) ad avere vinto il premio Oscar sia come migliore attrice protagonista sia come migliore attrice non protagonista; contestualmente è diventata la prima persona di nazionalità australiana ad avere vinto due Premi Oscar nelle categorie riservate alla recitazione. Nel 2020 è stata presidente della giuria del Festival del Cinema di Venezia.

Considerata una delle migliori attrici della sua generazione, è stata candidata in totale otto volte agli Oscar, la quarta attrice in assoluto più candidata della storia del premio (record condiviso con attrici del calibro di Glenn Close, Judi Dench e Geraldine Page): ha ricevuto la nomination anche per Diario di uno scandalo (2006), Elizabeth: The Golden Age (2007), Io non sono qui (2007), Carol (2015) e Tár (2022).

Il suo impegno nell’industria cinematografica è stato premiato con numerosi altri riconoscimenti, tra cui quattro Golden Globe, quattro premi BAFTA, tre Screen Actors Guild Awards, tre Critics Choice Awards, due Coppa Volpi e il BFI alla carriera. Tra le onorificenze nazionali, è stata insignita del titolo di cavaliere dell’Ordre des arts et des lettres dal governo francese nel 2012 e di quello di compagno dell’Ordine dell’Australia per i servizi resi in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, quest’ultimo consegnatole dalla Regina Elisabetta II del Regno Unito.

Che ne pensate? Tali indiscrezioni sono state sufficienti per far salire il vostro hype per la nuova fatica di Quentin ancora più alle stelle? Ditecelo nei commenti! 

Foto: Getty (John Shearer/WireImage; Daniele Venturelli/WireImage)

Fonte: World of Reel 

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