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Come abbiano fatto gli abitanti di Alexandria a sopravvivere così a lungo all’Apocalisse è un mistero. Perché non hanno il minimo istinto di sopravvivenza e quel che è peggio, nemmeno il coraggio necessario per salvare un amico. Comodo starsene rintanati dietro delle mura, per altro neanche così inespugnabili. Deanna, che stupida non è, lo sapeva benissimo e per questo ha fatto entrare il gruppo di Rick nella sua comunità. Ciò che non aveva previsto, però, è come l’ingresso di veri sopravvissuti avrebbe sconvolto la sua isola “felice”, che già nasconde molte ombre.
Dopo due puntate con Rick al centro della storia, il quattordicesimo episodio – diretto da Jennifer Chambers Lynch, figlia di David – si concentra su coloro che sinora avevano avuto poco spazio come Glenn, Noah, Eugene e padre Gabriel, sviluppando diverse linee narrative quasi contemporaneamente. L’incipit è tutto per il nostro prete senza fede, che ricompare per magia dopo un periodo di assenza (sarà andato a meditare da qualche parte). Il colletto bianco da “Don” è tornato, e il nostro Gab rimette piede in una chiesa dopo aver consegnato la sua in mano agli zombie. L’atteggiamento, però, non è proprio quello del parroco doc, considerando che strappa le pagine della Bibbia in preda a una delle sue crisi. Poi, scompare sino all’ultima scena, ma ci torneremo dopo…
Il cuore dell’episodio sta nella spedizone in cui Glenn, Aidan (uno dei figli di Deanna, il “so tutto io”), il suo braccio destro Nicholas, Tara, Euegene e Noah si imbarcano per recuperare i pezzi necessari a far ripartire l’elettricità ad Alexandria. Mettersi in viaggio sulle note di una canzone che urla “Stai per morire” non è il massimo. E infatti il gruppo finisce in un grande magazzino che si rivela una prigione mortale: Aidan si trova davanti un soldato-zombie con giubbotto antiproiettile incorporato e nel tentativo inutile – e parecchio stupido – di svuotargli un intero caricatore addosso, colpisce una granata stordente che manda k.o. tutti: la peggio ce l’hanno Tara, che sbatte violentemente la testa e sviene, e proprio Aidan, che finisce impalato sugli spuntoni della gabbia che conteneva i non morti. Qui avviene il turning point: da una parte Eugene finalmente sfodera un briciolo di personalità e porta in salvo Tara; dall’altra Nicholas, anziché aiutare Aidan, lo abbandona, proprio come lui e il suo amicone avevano fatto con gli altri membri della loro squadra morti in precedenza. A nulla valgono i tentativi di Glenn, il poveretto viene divorato dagli zombie.
Il vero dramma avviene poco dopo, quando Nicholas “cuor di leone” trascina Glenn e Noah in una porta girevole che si trasforma in una trappola. Circondati dagli zombie, vedono un barlume di speranza quando Eugene distrae gli erranti suonando all’impazzata il clacson del suo furgone, ma ancora una volta Nicholas rovina tutto, lasciando Glenn e Noah da soli: per quest’ultimo non c’è scampo e Glenn non può fare altro che vederlo morire davanti a sé, nel peggiore dei modi. La scena (che trovate nella gallery in fondo al recap) è forte, gore, uno dei più alti momenti di puro horror dello show. Dopo un simile shock, desideri solo che Glenn devasti di mazzate Nicholas – che non contento voleva pure rubare il furgone a Eugene – ma invece gli autori si limitano a qualche pugno ben assestato (delusione).
Ad Alexandria, intanto, Abraham distrugge un esercito di walkers mentre è impegnato a dirigere i lavori di rinforzo delle mura e Rick tenta di risolvere il mistero del gufo distrutto. Spieghiamo: la scultura di Jessie, un gufo appunto, è stata fatta a pezzi e lo sceriffo si offre di scoprire il colpevole (nella speranza che poi scatti la “ricompensa”). Le indagini lo portano solo a un faccia a faccia con Pete, il marito dottore della biondina, che continua a non piacerci. E infatti Carol, complice l’atteggiamento sospetto di Sam, il figlio della coppia (quello che aveva minacciato settimana scorsa e che ora si presenta a casa sua in cerca sempre di… biscotti), fiuta un caso di violenza domestica nella famigliola e subito lo riferisce a Rick, dicendo: «Sappiamo bene come andrà a finire. Dovrai ucciderlo». Sempre diplomatica Carol: qualche schiaffone non bastava?
Ed eccoci al finale, con padre Gabriel che si presenta alla porta di Deanna in stato delirante: «Satana si nasconde sotto la luce degli angeli. Io credo che questa falsa luce sia qui, all’interno di queste mura. Non dovevi fare entrare il gruppo di Rick». Reazioni immediate: vena del collo che si gonfia, voglia irrefrenabile di aprire le porte dell’inferno e buttarlo di sotto. Perché il nostro caro prete, qui, sparge fango su quelli che l’hanno salvato come il più vile dei Giuda. È lui il diavolo mascherato, che aveva già condannato a morte i suoi fedeli, lasciandoli fuori dalla sua chiesa alla mercé degli zombie. E ora scarica sugli altri il suo senso di colpa. Fortuna, però, che Maggie ha sentito tutto: speriamo agisca di conseguenza.
Appena arrivato ad Alexandria, Rick l’aveva detto: «Non dovesse funzionare, prenderemo il controllo di questo posto». Il momento è arrivato, ed è meglio che lo sceriffo agisca subito, prima di compromettere il futuro di tutti a causa dell’ignoranza di chi non sa stare al mondo di The Walking Dead.
Alla luce di tutto questo, vi chiediamo:
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Sotto, i momenti più importanti dell’episodio 5×14:
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