Esce nei cinema l’1 agosto 2024, distribuito da Iperuranio Film in collaborazione con CG Entertainment, The Well, il nuovo, terrificante horror firmato da Federico Zampaglione (già autore di Nero Bifamiliare, Shadow, Tulpa – Perdizioni mortali, Morrison), acclamato dagli appassionati come uno dei film più scioccanti degli ultimi anni.
Sceneggiato dallo stesso Zampaglione con il produttore Stefano Masi, The Well è già stato venduto in 104 Paesi nel mondo, tra cui gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone, dove uscirà in sala, record per un film di genere italiano.
Interpretato da Lauren LaVera (già protagonista di Terrifier 2), Claudia Gerini, Lorenzo Renzi, Linda Zampaglione, Jonathan Dylan King, Taylor Zaudtke, Gianluigi Calvani, Yassine Fadel e Courage Oviawe, vede anche l’interpretazione di Giovanni Lombardo Radice nel suo ultimo ruolo in un film, girato prima della sua scomparsa (uno dei volti cardine del cinema horror italiano, ha girato film cult del genere come Apocalypse domani, La casa sperduta nel parco, Paura nella città dei morti viventi, Cannibal Ferox, La chiesa e La setta).
The Well racconta di Lisa Gray (Lauren LaVera), restauratrice d’arte statunitense alla prima, importante missione, chiamata in un piccolo villaggio italiano per riportare all’antico splendore un dipinto medievale rovinato da un incendio. Non sa che sta mettendo la propria vita in pericolo, a causa di una antica maledizione che genera creature maligne, sangue e atroci sofferenze.
Girato in luoghi intorno a Roma, da Saracinesco, a Palazzo Cenci Bolognetti di Vicovaro, al Castello Theodoli di Sambuci come location principale, il film ha già iniziato un suo tour nei migliori festival del mondo horror e fantastico, raccogliendo ovunque successi di critica e pubblico, dall’anteprima al Sitges International Fantastic Film Festival (sezione Midnight X-treme), allo Screamfest Horror Film Festival di Los Angeles, al Fantasporto Oporto International Film Festival al Glasgow Film Festival, passando per il Trieste Science+Fiction Festival, il Ravenna Nightmare Film Fest e il recente Italian Horror Fantasy Fest. CG Entertainment si occuperà anche della distribuzione in streaming e in home video dal prossimo autunno.
The Well vanta un cast tecnico di primo piano: la direzione della fotografia è firmata da Andrea Arnone (già operatore in Spider-Man: Far From Home), il montaggio da Eric Strand (Donnie Darko), gli effetti speciali prostetici sono realizzati da Carlo Diamantini (Il racconto dei racconti), i costumi sono di Antonella Balsamo, il trucco di Federica Puglielli, le scenografie di Blazej Wasiak e le musiche sono state composte da Oran Loyfer, Luca Chiaravalli, Federico e Francesco Zampaglione. Ne abbiamo parlato con il regista.
Federico, da dove nasce l’ispirazione per The Well?
Volevo trovare una storia che mi inquietasse il più possibile per tornare all’horror. L’idea del pozzo è sempre stata per me motivo d’inquietudine, da ragazzino mi colpì tantissimo la storia di Vermicino e del piccolo Alfredo, e poi il fratello di un mio amico scomparve e lo ritrovarono morto proprio in un pozzo. Chiaramente c’è anche Il pozzo e il pendolo di Edgar Allan Poe… Parlando con mia moglie (Giglia Marra, ndr) mi disse un giorno che la cosa che la inquietava di più era anche nel suo caso il pozzo ed è stato ciò che mi ha convinto definitivamente a partire e del fatto che dovessi raccontare questa storia.
Si tratta di un film in cui l’ambientazione gotico-nobiliare dialoga con un sottosuolo violentissimo.
Il film ha uno sviluppo verticale, per cui si parte dal palazzo nobiliare e si arriva nelle segrete e nel fondo del pozzo. Tre livelli in cui, man mano che si va giù, il terrore e l’atrocità aumentano. Volevo mischiare le carte in tavola, partire da una struttura maggiormente vicina a un film gotico per poi arrivare a un linguaggio più moderno, e trovare il mio stile. Alla fine The Well è un mix di cose, come ho fatto nella musica, facendo convivere classico e moderno, che per me artisticamente è sempre una delle scelte più interessanti da fare.
Le citazioni nel film abbondano, ma quali sono i riferimenti che ti hanno più nutrito?
Dei grandi maestri del passato i miei riferimenti sono stati La casa delle finestre he ridono, per il discorso del restauro, anche se poi la storia va in maniera molto diversa. Però in modo particolare Lucio Fulci, che è stato il regista più feroce che c’era, il più grafico. Per questo film mi è capitato di sentire che sembra una versione moderna di un film di Fulci e chiaramente per me è un grande complimento.
Degli horror contemporanei quali titoli ti colpiscono di più?
Tantissimi: Hostel, Martyrs, ma anche opere più recenti come Talk to Me, Last Night with the Devil e When Evil Lurks mi sono piaciute molto. Rispetto la tradizione dei grandi maestri ma cerco un mio linguaggio, non voglio essere uno che fa solo le citazioni. Quello è il cinema che io ho amato: Morrison, in cui riflettevo sulla mia carriera da musicista, così come Tulpa, che era un omaggio al giallo, sono stati delle parentesi, continuerò a fare horror.
Come hai lavorato col cast?
Il rapporto col cast è stato intenso, abbiamo lavorato duramente per ogni singolo ruolo, è un gruppo di attori variopinto e ognuno ha dato il massimo: Lorenzo Renzi per il ruolo del boia è ingrassato di 20 chili, l’attore che interpretava il demone si sottoponeva a 5-6 ore di trucco al giorno ed erano tutti concentrati per fare un lavoro speciale e fare in modo che fosse tutto credibile dal punto di vista della recitazione. Con Claudia ovviamente avevo già lavorato: lei si muove bene nei territori dell’horror e del giallo, ha una fisicità che si presta a quel tipo di atmosfere e padroneggia benissimo l’inglese, avendo fatto molti film internazionali.
Il film è infatti girato in lingua inglese ed è andato molto bene con le vendite estere.
Sì, è stato venduto in 104 paesi, quindi girare in inglese apre molto il mercato. Quando gli italiani nel film parlano tra di loro ovviamente parlano in italiano, ma la maggior parte è girata in inglese e per il resto ho seguito i canoni della realtà. In Italia il film uscirà comunque in una versione doppiata, tutta in italiano.
Nel film il personaggio di Claudia Gerini dice che osservare è il miglior modo per imparare. Vale anche per il tuo mestiere di regista e per il modo in cui l’hai imparato?
Ho guardato tanto cinema, ed è stata una cosa molto importante per me. Quando stavo per fare il primo film ebbi l’opportunità di stare sul set di Tornatore, La sconosciuta, e ho osservato tantissimo del suo modo di lavorare, sapeva sempre quello che voleva ed era in grado di comunicare esattamente agli altri la sua visione.
Tra i temi del film c’è anche il rapporto col tempo, tra chi vorrebbe fermarlo e chi – come il personaggio interpretato da tua figlia Linda – non accetta di avere 13 anni e si proietta più avanti.
Il tempo è uno dei temi principali del film: ci tocca, ci fa soffrire, ci fa riflettere. I messaggi del film a proposito del passare del tempo si coniugano all’altro tema del film che è la ricerca del potere, approdando a una critica su come l’essere umano sia sempre il più cattivo e più feroce di tutti.
Cosa ti fa più fa più paura oggi?
Ovviamente la realtà e, da genitore di una ragazzina di neanche 15 anni, non potrebbe che essere così, in particolare in rapporto alla violenza e alla follia, che spesso si consumano in situazioni inaspettate come i nuclei familiari.
Foto: Getty (Rosdiana Ciaravolo/Getty Images)
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