The Witcher: guai per la serie con Henry Cavill. Chiesto il boicottaggio
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The Witcher: guai per la serie con Henry Cavill. Chiesto il boicottaggio

Ecco i motivi per cui è stato chiesto al pubblico di non guardare lo show Netflix

The Witcher: guai per la serie con Henry Cavill. Chiesto il boicottaggio

Ecco i motivi per cui è stato chiesto al pubblico di non guardare lo show Netflix

the witcher

Il 17 dicembre è arrivata su Netflix la seconda stagione di The Witcher, serie tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski. Ad oggi le nuove avventure di Geralt di Rivia, interpretato da Henry Cavill, hanno riscosso un buon successo e lo show è in classifica tra i prodotti più visti sulla piattaforma. 

Ma nelle ultime ore c’è anche stato chi, come la PETA, si è pronunciato contro il franchise, invitando il pubblico al boicottaggio. Il motivo? A quanto pare gli autori avrebbero utilizzato animali veri sul set invece di ricrearli in CGI, modus operandi dannoso secondo l’autore della lettera scritta in queste ore e riportata anche da wgtc.

«I produttori hanno scelto di sfruttare un lemure vivo e scimmie scoiattolo, tra gli altri animali, invece di utilizzare immagini generate al computer – scrive nel comunicato l’associazione – L’industria dell’intrattenimento in genere separa prematuramente questi animali dalle loro madri e contrasta i loro bisogni istintivi di esplorare, scegliere compagni, allevare i piccoli e nutrirsi, motivo per cui il pubblico dovrebbe evitare The Witcher e invece lanciare una moneta – un riferimento ad un modo di dire nella serie – ai numerosi film e show che presentano solo artisti umani volenterosi». 

La protesta lanciata non si riferisce solamente alla serie Netflix, ma a tutte le opere che utilizzano veri animali in scena, come nel caso del film Clifford anch’esso citato nella lunga lettera. Quest’ultima inoltre prosegue sottolineando cosa accade ai cuccioli una volta finito il lavoro.

«Spesso sono strappati alle loro madri da piccoli e sottoposti a vite di punizione e privazione. Gli animali utilizzati nelle produzioni cinematografiche e televisive non hanno alcun controllo sulle loro vite. Sono trattati come oggetti di scena, spesso costretti a eseguire trucchi confusi al momento giusto fino a quando non sono considerati troppo vecchi, troppo malati o semplicemente non più redditizi. Gli animali usati nei film e in TV sono intrappolati nel ruolo ricorrente di “vittima”».

Voi siete d’accordo con le accuse rivolte a Netflix da PETA? Fatecelo sapete nei commenti.

Foto: Netflix

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