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Those About To Die ci mostra come l’antica Roma non fosse razzista

La serie di Roland Emmerich è stata giudicata storicamente accurata anche per quanto riguarda la presenza dei neri. Nella Roma imperiale infatti le discriminazioni erano fondate sempre sul censo, mai sulla razza

Those About To Die ci mostra come l’antica Roma non fosse razzista

La serie di Roland Emmerich è stata giudicata storicamente accurata anche per quanto riguarda la presenza dei neri. Nella Roma imperiale infatti le discriminazioni erano fondate sempre sul censo, mai sulla razza

Those About To Die

Those About To Die, la serie diretta da Roland Emmerich ambientata nell’antica Roma della dinastia dei Flavi, può suscitare reazioni contrastanti dal punto di vista critico, ma è stata unanimemente lodata per quanto riguarda l’accuratezza e la verosimiglianza storica. Lo show è stato infatti ispirato dal saggio omonimo, firmato nel 1958 da Daniel P. Mannix, già scelto da Ridley Scott come riferimento per la sceneggiatura de Il Gladiatore.

E uno degli aspetti più interessanti della Roma imperiale viene oggi riportato in luce proprio dalla serie in streaming su Prime Video: non esisteva il concetto di razzismo, quantomeno nei termini per cui lo conosciamo oggi. 

Serie contemporanee di grande successo come Bridgerton e La regina Carlotta, prodotte dall’inarrestabile Shonda Rhimes, scelgono di forzare la verità storica mostrando la società inglese del primo ‘800 come decisamente più multietnica e integrata di quanto non fosse nella realtà. Ma l’idea di casting detta Colorblind o Color-conscious non riguarda necessariamente Those About To Die, il cui cast riflette piuttosto la verità dell’Impero Romano, dove esistevano certo fortissime discriminazioni, eppure il concetto di razza non aveva alcun valore.

Parliamo di una società radicalmente classista, dove gli schiavi potevano essere comprati e venduti e, nel loro caso, non esisteva alcun genere di diritto né di rispetto per la vita umana. L’eminente storica dell’Università di Cambridge Mary Beard è stata però tra le prime a sottolineare il fatto che nell’esercito romano potevano esistere centurioni neri e che qualunque cittadino scegliesse di diventare romano, una volta abiurate la propria cultura e le proprie tradizioni, poteva essere tranquillamente ammesso senza alcun razzismo di sorta.

Anche il celeberrimo storico Alessandro Barbero ha dedicato un video alla questione razzismo nell’Impero Romano, confermando come la sola e unica politica fosse quella della cosiddetta assimilazione. Le discriminazioni erano infatti presenti e fortissime, ma erano divisioni basate sul censo, sul peso politico e altre differenze di natura sociale, mai di tipo razziale. Tutte le popolazioni dei territori conquistati e annessi all’impero, comprese le famiglie di origine africana e sub sahariana, erano semplicemente oggetto del principio di assimilazione e integrazione degli usi e costumi propri dell’Impero. L’immigrazione è stata quindi sempre sfruttata a vantaggio della ricchezza e del prestigio di Roma, mentre il colore della pelle non ha mai avuto alcuna importanza.

Dall’antica Numidia, territorio Nord-africano compreso tra gli attuali Marocco e Tunisia, arrivano così alcuni dei personaggi principali della serie Those About To Die: Kwame, interpretato da Moe Hashim, gladiatore acquistato da Domiziano, e sua madre Cala, interpretata da Sara Martins, giunta a Roma in soccorso delle figlie dopo che sono state catturate e vendute come schiave; una donna di grande intelligenza, capace di farsi strada e ottenere il rispetto e la fiducia di Tenax (Iwan Rheon), spregiudicato proprietario della più grande taverna di scommesse di Roma. 

E voi avete già visto la serie del momento su Prime Video? Fateci conoscere le vostre impressioni e le vostre opinioni, come sempre, nei commenti.

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