Tim Burton è da sempre riconosciuto come l’outsider del mondo del cinema, il regista “strano” per eccellenza, e non sorprende quindi che sia sceso in campo per difendere due attori che hanno segnato la sua carriera e che sono entrambi finiti nel tritacarne mediatico nel corso degli ultimi anni.
Parliamo di Johnny Depp e di Paul Reubens, un tempo entrambi amatissimi ma travolti da polemiche e scandali. I fatti relativi al primo sono più che noti: star del franchise di Pirati dei Caraibi, la carriera e la reputazione di Depp sono state messe a repentaglio negli anni del processo e delle accuse incrociate con Amber Heard, l’ex moglie che lo ha accusato di violenza domestica; Reubens, famosissimo per il ruolo di Pee-Wee Herman e scomparso a fine luglio, nel 1991 venne arrestato per atti osceni in un cinema a luci rosse, ma la sua immagine pubblica venne rovinata anche dall’uso di droghe e da una collezione di fotografie porno trovata in suo possesso.
Due grandi star cadute in disgrazia, per le quali Tim Burton ha speso qualche parola di supporto durante un’intervista con The Independent. Al regista di Edward Mani di Forbice è stata ricordata la scena in cui la folla se la prende proprio con il personaggio interpretato da Johnny Depp, una situazione ispirata da un’altra celebre e classica sequenza: «Quando ero piccolo – ha raccontato – ho sempre avuto in testa l’immagine della folla inferocita in Frankenstein. Vedevo la società in quel modo, come una folla inferocita».
Un parallelismo in negativo, chiaramente: «Lo vediamo sempre più spesso. È una dinamica veramente strana, un tratto umano che non mi piace per niente e che non capisco». Tim Burton, quindi, ha puntato il dito sulla tendenza a buttarsi subito addosso alle star che finiscono coinvolte in scandali, senza neppure aspettare eventuali conferme giudiziarie o partire dal presupposto di innocenza.
Johnny Depp è riuscito in parte a riabilitare il suo nome vincendo la causa per diffamazione, ma la stessa sorte negli ultimi anni è toccata a tanti altri grandi nomi. Kevin Spacey, per esempio, è stato da poco assolto dalle accuse di molestie sessuali, ma per lui la strada verso il ritorno al grande cinema sembra ancora tremendamente in salita e la folla ha ancora in mano i forconi.
Cosa ne pensate? Tim Burton ha ragione nella sua analogia con il libro di Mary Shelley? Diteci la vostra nei commenti.
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Foto: Getty Images
Fonte: The Independent
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