Giusto celebrare il Batman di Nolan: il regista della trilogia del Cavaliere Oscuro ha circondato di realismo e toni noir un genere – il cinecomic – che sino a quel momento in molti vedevano come un blockbuster di intrattenimento, senza profondità psicologica. Altrettanto giusto, è lodare la formula Marvel, che negli anni ha dato origine a un universo milionario fatto di star e divertimento, in cui nessuno bada a spese. Ma in mezzo alla faida tra DC, Warner Bros., Casa delle idee e Disney, spesso ci si dimentica un nome: Tim Burton. Lui per primo con il suo Batman cambiò il modo di vedere un supereroe, che divenne un outsider, uno dei freak tanto cari al regista.
Batman e Batman – Il ritorno sono una rappresentazione perfetta del suo cinema gotico, che racconta di personaggi ai margini della società. E, di recente, durante la promozione della sua ultima fatica, Big Eyes, il regista è tornato a parlare di cinecomic, riferendosi nello specifico ai Marvel Studios: «Le cose alla Marvel ora sembrano funzionare bene, ma è solo questione di tempo prima che il pubblico si stanchi del loro modo di fare film. Sono vent’anni che vediamo gente con costumini attillati e robe simili. Chissà forse in me bolle un altro film sui supereroi. Il cinecomic è un genere in continua crescita, che non sembra calare. Ma per quanto ancora si può andare avanti? Sappiamo tutti che i supereroi sono individui problematici. Che ci sia bisogno di un supereroe veramente felice, senza traumi?».
Pensando a questi interrogativi, noi aspettiamo Big Eyes, in arrivo nelle sale italiane l’1 gennaio prossimo, e il sequel di Bettlejuice, che potremo vedere anche prima del previsto.
Fonte: Yahoo UK
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