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È stato un anno senza sale, ma certamente non è stato un anno senza cinema. Sono usciti meno blockbuster, certamente, ma il cinema di qualità ha avuto modo di circolare perfino più del solito: grazie ai cinema d’essai nei brevi periodi di riapertura, grazie alle piattaforme streaming che si sono contese il prodotto disponibile di fronte a una domanda improvvisamente decuplicata, e anche grazie ai molti Festival che si sono svolti in modalità online.
Mettere assieme una Top 30 è stato quindi facile, e anzi sono molti i titoli che ho amato ma che alla fine non hanno trovato posto, ve ne cito alcuni in ordine sparso, qualora foste curiosi di recuperarli, ora o in seguito (molti non sono ancora disponibili): Greyhound, The Woman Who Ran, Relic, Emma, Undine, Pieces of a Woman, Guerra e Pace, Nomadland, Nowhere Special, The Oak Room, Funny Face, Time, El olvido que seremos, Mogul Mowgli, The Hunt, Cosa sarà, Hunter Hunter e Roubaix, una luce nell’ombra.
Per il resto le regole sono le solite: ho inserito principalmente film che hanno debuttato a livello mondiale nel 2020 ma anche qualche film del 2019 che non ero riuscito a vedere in tempo per la precedente Top 30 (che trovate qui). Allo stesso modo ci sono film che non ho ancora avuto modo di recuperare e che, pur essendo produttivamente del 2020, finiranno eventualmente in classifica il prossimo anno. Per esempio Minari (della A24, marchio che ultimamente è una garanzia), Promising Young Woman, Sinchronyc, Saint Maud, The Father.
È chiaro che si tratta di una playlist assolutamente arbitraria, del resto lo sono tutte, un Best Of delle mie visioni (principalmente italiane e anglofone) in un anno quanto mai particolare. Quello che posso dire è che ho cercato ancora una volta di comprendere sia film orgogliosamente popolari che cinema d’autore un po’ ostico (e in almeno un caso, l’incredibile Malmkrog di Christi Puiu, molto ostico, almeno per me). In mezzo c’è tutto quello che amo di più: film intelligenti ma limpidi, autoriali ma non ermetici, agevoli anche senza una lunga mediazione critica.
La gallery inizia dalla posizione numero 30 e risale alla numero 1. So già che il primo posto susciterà qualche perplessità, ma a mio parere rappresenta un esito decisivo, forse “finale”, della poetica di un autore straordinario. È anche il film che quest’anno ho rivisto più volte.
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