Sing 2 - Sempre più forte, la recensione
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Sing 2 – Sempre più forte, la recensione

Il sequel del film d'animazione Sing del 2016 è ancora più divertente ed esplosivo dell'originale

Sing 2 – Sempre più forte, la recensione

Il sequel del film d'animazione Sing del 2016 è ancora più divertente ed esplosivo dell'originale

Sing 2 - Sempre più forte
PANORAMICA
Regia (3.5)
Sceneggiatura (4)
Fotografia (3.5)
Montaggio (3.5)
Colonna sonora (4.5)

Insieme al protagonista Buster (con la voce di Matthew McConaughey), la maialina Rosita (doppiata da Reese Witherspoon), il porcospino rocker Ash (Scarlett Johansson), il giudizioso gorilla Johnny (Taron Egerton), il timido elefante Meena (Tori Kelly) e, naturalmente, lo straordinario porcellino provocatore Gunter (Nick Kroll) hanno trasformato il New Moon Theater in un successo locale. 

L’ambizioso koala, però, ha un sogno più grande: debuttare con un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theater, nell’affascinante Redshore City. Senza conoscenze di alcun tipo tra coloro che contano nel settore, Buster e i suoi amici devono intrufolarsi di nascosto nei celebri uffici della Crystal Entertainment, guidata dallo spietato magnate lupo Jimmy Crystal (Bobby Cannavale).

In un disperato tentativo di ottenere l’attenzione di Mr. Crystal, Gunter propone un’idea bizzarra che Buster accetta subito: nel loro nuovo spettacolo ci sarà una leggenda del rock, il leone Clay Calloway (Bono Vox). Il problema è che il koala non ha mai incontrato Clay, artista che si è allontanato dal mondo della musica più di dieci anni prima dopo la scomparsa della moglie.

Sequel del film d’animazione del 2016, grande successo di pubblico con 634 milioni di dollari rastrellati al botteghino planetario, Sing 2 – Sempre più forte è una versione ancora più ambiziosa e bigger than life del suo predecessore, rispetto al quale tanto il respiro corale della storia quanto i numeri musicali premono ulteriormente il pedale dell’acceleratore e configurano un’idea di intrattenimento e di show canoro e audiovisivo enormemente avvolgente e a tutto tondo. 

La colonna sonora è composta ancora una volta da un’antologia di hit ultrapop e spaccaclassifiche (tra gli artisti utilizzati spiccano Billie Eilish, Drake, The Weeknd, Prince, Taylor Swift, BTS, Cardi B e gli U2, con tre classici del loro repertorio, come Where the streets have no name o I still haven’t found what I’m looking for, più l’inedita Your Song Saved My Life), ma a contare è soprattutto la maniera strabiliante e inebriante con la quale queste canzoni sono adoperate e rimaneggiate al servizio dello storytelling più puro, in un tripudio coinvolgente di buonumore, lampi ironici, gag a orologeria e success story rigorosamente a misura di outsider. 

In filigrana, ma nemmeno troppo, Sing 2 è anche una parabola sulle logiche stritolanti e spesso feroci dell’entertainment, tra lupi senza scrupoli, vecchie glorie (o per meglio dire vecchi leoni) e altrettanto risapute canaglie, mentre ad alzare costantemente l’asticella e il grado di coinvolgimento dell’esperienza, che in una sala cinematografica non può che amplificarsi a dismisura, ci pensano puntualmente le rutilanti e forsennate coreografie: delle magniloquenti unità di misura che procedono a mille all’ora per la gioia di grandi e piccini, inglobando al loro interno tanto l’estetica urbana statunitense, assai debitrice delle mille luci di Las Vegas, quanto quella teatrale, che strizza l’occhio ai palcoscenici Broadway confrontandosi con essi da pari a pari e spingendo sempre un po’ più in là limiti e orizzonti della sospensione dell’incredulità.

Foto: Illumination Entertainment, Universal Pictures 

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