Cosa succede se un uomo con molti soldi, un misterioso accento dell’est europeo e completamente privo di talento si mette in testa di autoprodursi un film? Nella migliore delle ipotesi quel film sarà di un bruttezza così coerente e fuori registro da fare il giro e diventare un cult di mezzanotte, opera misteriosamente emersa dalle sabbie mobili hollywoodiane in cui annaspano migliaia di attori e registi di dubbio talento.
Questa è in breve la storia (vera) di Tommy Wiseau che, dopo dozzine di porte sbattute in faccia e figuracce di varia natura, nel 2003 decide di far da sé, e impegna una parte cospicua del suo patrimonio (pare oltre 6 milioni di dollari) per realizzare – cioè scrivere, interpretare e dirigere – The Room, brillantemente etichettato in un articolo di Entertainment Weekly come il “Quarto Potere dei brutti film”.
Da quell’epopea umana e produttiva ora il terzetto Seth Rogen, Evan Goldberg e James Franco ha tirato fuori il proprio film migliore, senz’altro più misurato di Strafumati, Facciamola finita e The Interview, ma direi anche più divertente, con una bella luce romantica che fa splendidamente a botte con l’animo freak del protagonista, come un Ed Wood sottratto ai sogni di Tim Burton e calato dentro il mondo, quindi improvvisamente umano. O come un Hollywood, Vermont privo della matematica teatrale di Mamet, più libero.
Chi scrive non va matto per i film da regista di Franco, e pure quando recita lo trova un po’ rigido, ma è come se l’interprete di 127 ore avesse trovato la storia ideale per lui, quella in cui la sua passione per il trash si incrocia a metà strada con l’amore per i grandi romanzieri americani, riscattando entrambe da una certa grossolanità. Nei panni di Wiseau Franco è irresistibile: misterioso, fragile e infantile, con un aspetto grottesco ma un cuore che anela al lirismo, come un conte Dracula che decide di cambiar vita ma non viene preso sul serio da nessuno.
La somma di questi umori lascia frastornati per cinque minuti, durante i quali pensi che siano tutti impazziti, poi diventa una delle migliori commedie degli ultimi anni, e potrebbe perfino aspirare a qualche nomination agli Oscar, mentre non gli dovrebbe sfuggire quella ai Golden Globes.
Ah, occhio alle comparsate: ce ne sono almeno una dozzina (Bryan Cranston, Sharon Stone, Bob Odenkirk tra gli altri), alcune formidabili.