Arduo compito decidere chi verrà fatto fuori nella prossima puntata di Il trono di spade, vero? Più delizia che croce, crediamo in realtà noi comuni mortali fan della serie fantasy che ritorna con la quinta stagione dal 13 aprile su Sky Atlantic in contemporanea mondiale. Certamente un lavoro meraviglioso ma pesante per Dan Weiss e David Benioff, showrunner e sceneggiatori del cult fantasy: il loro impegno con la produzione va ben oltre i sei mesi effettivi di riprese di ciascuna annata.
Mentre l’impegno di cast e crew si limita ai pochi mesi delle riprese, a David e Dan produrre, realizzare e sceneggiare la serie lascia poco tempo anche per le vacanze. A differenza del sistema che informa le serie dei network americani – gli episodi vengono scritti ma mano che si girano le puntate – nel caso di Il trono di spade e di molte altri show via cavo gli script vengono composti prima di incominciare a girare, come se si trattasse e di un enorme romanzo suddiviso in capitoli e poi trasposto in un film di dieci ore. È quanto rivela uno degli sceneggiatori della serie, Bryan Cogman, autore che sappiamo aver scritto almeno uno degli episodi dell’imminente quinta stagione e che ha fornito all’Observer una descrizione accurata di come funziona la serie in termini di scrittura. David e Dan di solito scrivono la maggior parte degli episodi di ciascuna annata – per la quarta li hanno sceneggiati tutti meno tre -, uno sforzo enorme. Quest’anno, orfani dell’autore dei romanzi da cui è tratta la serie George R.R. Martin, ne hanno stesi di meno, tuttavia Cogman conferma che nella writer’s room di Il trono di spade non ci sono mai più di quattro sceneggiatori. Ecco cos’altro ha rivelato.
– Bryan ha confermato che le cose non sono molto cambiate negli ultimi cinque anni: mentre si gira una stagione gli autori già si scambiano mail per buttare giù a grandi linee quello che succederà nell’annata successiva. Del personaggio “tale”, per esempio, viene preso in considerazione un percorso narrativo: si delinea inizio e fine e poi si riempie il resto; nel frattempo, Dan e David assegnano ai vari sceneggiatori alcuni personaggi; per esempio, quando stavano lavorando alla quarta stagione, a Cogman era stata affidata Arya, e lui, per alcune settimane, si era dedicato alla sua storia tenendo a mente alcune scene di cui si era già discusso con i due showrunner.
A ridosso delle riprese – di solito verso gennaio – ha continuato a raccontare Cogman – sceneggiatori e showrunner si incontrano per due o tre settimane di fila, ognuno portando il lavoro che ha preparato individualmente; si butta tutto giù tutto insieme e si pensa a qualcosa di nuovo da aggiungere, alla fine delineando le linee narrative individuali.
A volte, le cose vanno diversamente. I membri della writer’s room fanno una mappa degli archi individuali dei personaggi principali – a ognuno un colore – e distribuiscono gli eventi nel corso di vari episodi. Così hanno un’idea dell’ordine delle scene. La storia stagionale di un personaggio può raggiungere le centinaia di pagine. Successivamente Dan e David rifiniscono il tutto e assegnano le sceneggiature. A Cogman di solito toccano gli episodi centrali (sua Unbowed, Unbent, Unbroken, ovvero la 5×06 che vedremo il 17 maggio). Lo sceneggiatore impiega circa un mese e mezzo per scriverne un paio, le manda agli showrunner che le restituiscono con gli appunti sui passaggi da sistemare oppure ci mettono mano direttamente loro. Quando è ora di andare sul set, la sceneggiatura di solito è già nella sua versione finale e rifinita: lo deve essere per forza – ha sottolineato Bryan – perché si girano tutti e dieci gli episodi contemporaneamente: non in ordine cronologico quindi, ma proprio come se fosse un enorme film di dieci ore, con due unità che lavorano contemporaneamente.
P.S. Sappiamo che ve lo state chiedendo, e quindi ecco cosa ha rivelato Cogman a proposito di George Martin: anch’egli ha confermato che il sadico scrittore non si occuperà di contribuire alle sceneggiature delle puntate della quinta annata perché è troppo preso dalla stesura del prossimo libro della saga di Le cronache del ghiaccio e del fuoco; tuttavia, riceve e visiona gli appunti e le note sugli archi narrativi dei personaggi principali.
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