True Detective: le prime recensioni della seconda stagione
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True Detective: le prime recensioni della seconda stagione

La serie HBO debutterà il 21 giugno negli Stati Uniti, ma dall'America arrivano le prime indiscrezioni

True Detective: le prime recensioni della seconda stagione

La serie HBO debutterà il 21 giugno negli Stati Uniti, ma dall'America arrivano le prime indiscrezioni

Manca poco al debutto della seconda stagione dell’antologia televisiva di Nic Pizzolatto, True Detective. Nell’attesa, dagli Stati Uniti arrivano i primi pareri.

Se state aspettando con ansia la seconda stagione perché avete amato la prima con protagonista Matthew McConaughey/Woody Harrelson vi conviene stemperare gli animi, almeno stando a quanto si legge su Variety. Il cast è impeccabile e la storia ha i requisiti noir giusti, ma non è all’altezza del primo capitolo.

Dalle lagune della Louisiana, l’azione si sposta sulle autostrade della California, nella cittadina di finzione Vinci. L’indagine di questa seconda stagione ruota attorno all’omicidio di Ben Caspar, un consigliere di corrotto.

Altro cambio importantissimo, la regia. Justin Lin prende il posto di Cary Fukunaga, che con i suoi intensi primi piani ricorda vagamente un Sergio Leone occidentale. La prima stagione sembra aver prosciugato la prosa dell’autore Nic Pizzolatto, almeno per quanto riguarda le prime tre ore di questi nuovi otto episodi. Come prevede il format della serie antologia, la seconda stagione ha un cast e una storia tutti diversi. L’unica costante è lo stesso creatore, Pizzolatto appunto.

In qualche modo, se la prima stagione è riuscita a creare un precedente per quanto riguarda le serie televisive di genere, grazie al mix poco ortodosso tra crimine macabro e un arco narrativo lungo diciassette anni, nel secondo capitolo sembra che Pizzolatto prosegua semplicemente raccontando le storie di quattro caratteri disparati i cui percorsi s’iniziano a intersecare solo nel primo episodio.

Il quartetto è composto da: Colin Farrell è Ray Velcoro, un agente compromesso con problemi di droga; Vince Vaughn è Frank Semyon, un criminale di successo che rischia di perdere il suo impero; Taylor Kitsch è Paul Woodrugh, un veterano di guerra e poliziotto in motocicletta con un passato difficile; e, infine, il volto femminile della stagione è Rachel McAdams, che interpreta la testarda Ani Bezzerides, detective di Ventura County.

Ognuno dei protagonisti ha un passato doloroso alle spalle, un segreto, una brutta abitudine o addirittura una combinazione di tutte e tre le cose.

Un pizzico di casualità li porterà a incontrarsi, motivo per il quale la premiere risulta un po’ lenta. Una volta che il nuovo detective viene presentato, la sua banalità cresce, in tono e stile. Questo sviluppo potrebbe avere a che fare con la presenza di quattro protagonisti: nulla di tutto questo era successo focalizzandosi solo sui detective Rust Cohle e Martin Hart, interpretati da Matthew McConaughey e Woody Harrelson, nella prima stagione.

Durante il processo, Pizzolatto, abbandonato dallo stile e dalla visione inconfondibile di Cary Fukunaga, offre una serie che si avvicina di più ai cliché di Los Anegeles, incorniciando la storia con viste aeree di autostrade tentacolari e di brutte centrali elettriche. Il viaggio di questi poliziotti incontra attrici intrigante,  macabre cliniche per i ricchi, club underground e ritiri spirituali hippy: il tutto contornato da uno sfondo di denaro e corruzione.

Nessuna di queste carenze è necessariamente riconducibile agli attori, anzi. C’è una pesantezza e un’oscurità che pervade l’intera produzione. Anche perché il cast è di prim’ordine anche nelle retro vie: James Frain, W. Earl Brown, Lolita Davidovich, Abigail Spencer, David Morse e Kelly Reilly (nel ruolo della moglie di Frank). Il che porterebbe a pensare a un progetto di prestigio, e, probabilmente, quello era lo scopo iniziale.

Vaughn ha il ruolo più avvincente, ma comparato ai monologhi di McConaughey impallidisce.

Dopo aver visto queste prime ore, la curiosità per gli episodi a venire è sicuramente alta anche se al traguardo ci separano pochi episodi, quindi l’attesa è relativamente breve. E magari era troppo chiedere a Pizzolatto di ripartire da zero e creare un altro capolavoro con un nuovo team e un nuovo cast.

Anche se il divario tra le stagioni uno e due non è abbastanza grave da meritare il tipo di angoscia in cui questi personaggi sono impantanati, i veri fan potrebbero rimanere enormemente delusi

I pareri si dividono quindi: da un lato chi pensa che il pilot sia un episodio di riscaldamento e che spera che la serie si riprenda, dall’altro chi pensa che la seconda stagione sarà una delusione. Dobbiamo attendere il 9 agosto, data della messa in onda del season finale, per dare un giudizio finale!

Fonte: Variety

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