Tutti al mare con Proietti, Angiolini e Fantastichini
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Tutti al mare con Proietti, Angiolini e Fantastichini

Presentato a Roma il film esordio alla regia di Matteo Cerami, commedia amara ispirata a Casotto di Sergio Citti

Tutti al mare con Proietti, Angiolini e Fantastichini

Presentato a Roma il film esordio alla regia di Matteo Cerami, commedia amara ispirata a Casotto di Sergio Citti

Tutti al mare. Tutti al mare. L’omonima canzone di Gabriella Ferri (anno 1973) è il sottofondo dell’esordio alla regia di Matteo Cerami, figlio d’arte (il padre Vincenzo è l’autore di numerosi film, oltre che lo sceneggiatore di Roberto Benigni). Ma non è l’unico riferimento agli anni ’70. «C’è un omaggio a Casotto», racconta il regista «il film di Sergio Citti (scritto da Vincenzo Cerami e prodotto da Gianfranco Piccioli, produttore anche di Tutti al mare, n.d.r.), ma la mia è una commedia corale “metafisica” e agorafobica dove il mare è un assoluto protagonista».  Primo tra tutti i personaggi è Maurizio,(Marco Giallini) gestore del lido – ristorante sul litorale romano, circondato da un cognato smemorato e cleptomane (Gigi Proietti), e una madre gelosa costretta sulla sedia a rotelle (Ilaria Occhini). Come uno spot il film presenta le storie degli innumerevoli personaggi oppressi dai loro problemi: c’è una coppia lesbo in crisi perché Sara (Claudia Zanella) aspetta un bimbo ad insaputa di Giovanna (Ambra Angiolini); c’è Gigi (Francesco Montanari) un “peter pan” romano insieme al suo amico Nando (Libero De Rienzo) innamorato di sua moglie, una Russa stufa delle continue attenzioni del marito; c’è Geroboamo (Franco Pistoni) noto come un vero portatore di sfortuna, c’è la conduttrice televisiva (Anna Bonaiuto) scontenta degli effetti del successo e c’è anche Gianni (Vincenzo Cerami) un pensionato gay in compagnia di un pappagallo. Oltre che la polizia del posto, la guardia di finanza veneta, i nas siciliani fino ai camerieri stranieri e ad un gommone pieno di clandestini che sbarca sulla spiagga di notte durante una festa con l’ospite d’onore Pippo Baudo. Senza dimenticare il suicida, un letterato con la passione della Bibbia e dell’Eneide interpretato da Ennio Fantastichini. «Ci siamo divertiti a improvvisare», racconta il regista, «cercando di raccontare un luogo unico dove tutti passano. È una commedia amara ma anche Mario Monicelli diceva che una commedia, per essere tale, deve avere un finale amaro». (Foto: Oliver Palombi)


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