La Twilight Saga parte da un romanzo e da un prototipo teen molto appassionante, il primissimo Twilight. Romanticissimo nel testo, fedele a tutti i paradigmi delle opere teen, fresco nelle atmosfere e nelle scelte di location, scenografie e musiche; riuscito nell’idea di fondere il teen movie e il supernatural, creativo nell’aver rivoluzionato tutto l’immaginario del vampiro instaurato da Stoker (che comunque ancora non ha smesso di rivoltarsi) e con un cast indovinatissimo. Se in New Moon inizia a perdere qualche colpo, è nei successivi tre episodi che la saga inizia a fare acqua da tutte le parti, per un semplicissimo motivo. L’architettura che la Meyer ha posto alla base della sua opera non è salda come quella dei mondi sviluppati da Tolkien o dalla Rowling. La sua mitologia è meno salda e coerente al suo interno. In pratica, quando deve avviare una svolta la Meyer si inventa un nuovo elemento che sembra saltato fuori dal nulla e questo dovrebbe giustificare il modificarsi degli eventi, vedi l’imprinting, vedi gli immortali… ma questo modus operandi fa sì che abbandoniamo completamente qualsiasi logica e che ci facciamo trascinare in un mondo non solo sovrannaturale ma anche caotico.
A dispiacerci di più è il fatto che abbia tradito la vera natura di Bella. Che si sarebbe dovuta far vampirizzare lo sapevamo tutti, ma che avrebbe abbandonato senza strascichi la sua natura goffa e supertimida per diventare una supergirl brava a fare tutto, dalla mamma alla guerriera, dal caffè ai calci rotanti, è stato probabilmente il tradimento più grande di uno dei personaggi meglio riusciti della letteratura young/adult. In definitiva, a nostro parere, bisogna sospendere il giudizio e godersi la fine di questa saga azzerando le pretese di coerenza, accettando di ricevere ciò che ci viene proposto su quello schermo, semplicemente perché siamo curiosi di sapere cosa accadrà a Edward e Bella. I perfetti innamorati. Forever.
Vi ricordiamo che è in edicola la Special Edition di Best Movie dedicata alla Twilight Saga
