Fa discutere, nel frattempo, quanto successo a Fiorano Modenese, dove un cinema parrocchiale ha riaperto per proiettare la messa, come racconta su Facebook Gino Ginone Andreoli, che scrive: «CREDEVO FOSSE UNA BALLA ED INVECE… Sarei curioso di sapere come e perché vengono autorizzate queste cose. Ditemi che entravano solo ultra ottantenni con doppia dose di vaccino già inoculata, ditemelo vi prego. Foto scattata (non da me) al cinema Primavera di proprietà (se non erro) della parrocchia di Fiorano».
QUI il post con foto a corredo
Andreoli è stato poi contattato da Repubblica in merito alla foto da lui condivisa e scattata proprio nell’ex Cinema Teatro Primavera di Fiorano Modenese, ora di proprietà della vicina Chiesa di San Giovanni Battista. «Faccio due domande – ha dichiarato Andreoli, insegnante ma anche insegnante teatrale e attore, come riporta l’edizione di Bologna del quotidiano – La prima: c’era l’autorizzazione? E la seconda: ce n’era proprio la necessità? Ne faccio una questione di buon gusto: possibile che la Chiesa non abbia pensato che una cosa del genere potesse offendere e far girare le scatole a tutti i lavoratori dello spettacolo, che da più di un anno non lavorano e sono alla fame? (…) Anche io sono fermo da più di un anno, e l’arrotondamento economico che è venuto a mancare si fa sentire. Se la situazione pesa a me che ho comunque un primo lavoro, non oso immaginare quando possa essere pesante per chi vive esclusivamente di cultura».
Il parroco di Fiorano si è espresso sull’argomento dicendosi sorpreso dalle polemiche: «Il Dpcm vieta le attività teatrali e cinematografiche, ma noi non abbiamo fatto né l’una né l’altra. Quella sala non viene utilizzata come cinema da ormai 13 anni, non abbiamo neanche più la licenza: semplicemente l’abbiamo impiegata come salone perché non sapevamo come altro mettere a riparo i fedeli. Ovviamente non volevamo fare un affronto a nessuno (…) Ho sentito alcuni parroci delle chiese limitrofe, anche loro hanno utilizzato i saloni. E per il momento non sono arrivate richieste di chiarimenti».
Dello stesso avviso il sindaco Francesco Tosi, che fa eco alle parole del sacerdote: «È una questione nominalistica, il locale si chiama Cinema teatro primavera da tempo l’immobile non viene utilizzato per l’attività cinematografica. All’interno dell’immobile sono state utilizzate tutte le misure identiche a quelle adottate in chiesa, le regole sono state rispettate. Il fatto che anche le attività teatrali potrebbero essere riprese in sicurezza è un discorso diverso, da valutare e sui quale potrei eventualmente anche essere d’accordo. Ma si tratta di due cose completamente separate».
Che ne pensate? Fatecelo sapere, come sempre, nei commenti.
Fonte: Repubblica
Foto: Getty (Sean Gallup)