Un tormentone che vi ronzerà a lungo nelle orecchie, insieme alla crudezza delle immagini che si imprimerà nei vostri occhi, come al risveglio da un incubo che non scorderete facilmente: un classico nerd s’imbatte in due bulli, che per puro sollazzo lo coprono di insulti, lo rapiscono e lo torturano brutalmente. La surrealtà di Ice Scream, il corto di Roberto De Feo e Vito Palumbo, è quasi onirica, pur basandosi su un concretissimo fatto di cronaca, verificatosi all’inizio del 2009 nella provincia di Catanzaro, dove un 23enne fu ritrovato in mezzo alla campagna, legato a un albero e bruciato vivo… «Un episodio che rappresenta bene il mondo di oggi, dove non c’è fine al peggio… La realtà sul grande schermo, però, non mi interessa… Di questa storia abbiamo preferito realizzare una sorta di fumettone», ha illustrato Roberto De Feo, ventottenne pugliese che si è innamorato del cinema a sei anni, quando ha visto la sua prima pellicola sul grande schermo: Ritorno al futuro. Da allora non si è più fermato, costruendosi una preparazione da autodidatta con infinite scorpacciate di film. Nel 2001 ha frequentato la scuola di cinema di Genova e nel 2004 ha realizzato il primo corto, Vlora 1991, sul famoso sbarco di albanesi a Bari. Insomma, pur “snobbando” la realtà, De Feo sembra avere il chiodo fisso per la cronaca: tra i suoi progetti futuri c’è anche una coproduzione con Tirana sulla strage di Beslan. La collaborazione con Vito Palumbo risale 35mm, film diretto da Vito stesso per il quale Roberto ha lavorato come “secondo”. Poi i ruoli si sono invertiti e da allora Vito ha fatto l’aiuto di tutti i lavori di Roberto, come ad esempio è accaduto per H5N1 (short film, che nel 2008 ha ottenuto il primo premio nella categoria fantascienza al Rhode Island Film Festival), fino alla co-regia di questo corto pulp, Ice Scream. Girato la scorsa estate con 40 mila euro, in una settimana, (in digitale, con la Red One), il film è ambientato in una “no-land” che strizza l’occhio a un certo cinema statunitense, specialmente tarantiniano (tanto amato da De Feo, come dichiarato anche nella sequenza animata che presenta la casa di produzione, in cui Quentin incontra Nanni Moretti, e che potete guardare qui). Contrariamente al gioco fine a se stesso di alcune delle opere del regista di Pulp Fiction, però, dalla storia di Ice Scream esce un urlo di denuncia contro un’umanità corrotta a tal punto da non avere più alcuna speranza di redenzione. Non si salva nessuno e le forze dell’ordine (Maurizio Toran, Elisabetta Mossa e Lorenzo Del Conte) sono rappresentate da ladri necrofili incompetenti. Il mondo è in putrefazione, come il “bar delle 2 coccinelle”, un covo di insetti che rimanda a Non aprite quella porta…, e dove la cameriera storpia (Nole Biz), vessata da due bulletti (Davide Paganini e Alessandro Bardani), serve a un ragazzino (Damiano Russo) il “gelato da incubo” che gli cambierà la vita e dà il titolo al film…
© RIPRODUZIONE RISERVATAUn gelato da urlo, arriva lo spaghetti-pulp
Quando una storia vera si trasforma in un fumettone tarantiniano