Tra le novità di maggior successo sulla piattaforma Netflix troviamo Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, quarto capitolo della leggendaria saga cinematografica Beverly Hills Cop, iniziata esattamente 40 anni fa. E, anche se oggi sembra incredibile solo pensarlo, il ruolo del protagonista non era inizialmente destinato al prode Eddie Murphy. Ripercorriamo allora tutte le tappe della quadrilogia dedicata al poliziotto Axel Foley, sempre pronto a lasciare la sua Detroit e raggiungere Los Angeles per risolvere con i suoi metodi davvero poco ortodossi assassinii, intrighi e misteri.
Nel 1981, quando i produttori Jerry Bruckheimer e Don Simpson iniziarono a dedicarsi alo sviluppo della sceneggiatura, inizialmente intitolata Beverly Drive, scelsero come protagonista Mickey Rourke, all’epoca astro nascente del cinema hollywoodiano, nonché sex symbol decisamente in voga presso il pubblico femminile. Il futuro protagonista di Rusty il selvaggio (1983) e 9 settimane e ½ (1986) aveva anche firmato un contratto da 400.000 dollari, ma a causa dei ritardi nella produzione decise infine di rinunciare al progetto. Quindi, Paramount Pictures si rivolse alla star di Rocky, Sylvester Stallone.
Un piedipiatti a Beverly Hills sarebbe stato un film totalmente differente, se effettivamente la Paramount avesse deciso di assecondare le decisioni di Sylvester Stallone, determinato a cambiare il nome del protagonista da Axel Foley ad Axel Cobretti, soprannominato Cobra, personaggio che finirà effettivamente al centro dell’action omonimo del 1986. Lo stesso attore aveva rimesso mano alla sceneggiatura, ma le modifiche non vennero accettate dai producer. Stallone finì quindi per abbandonare il progetto e riciclare quelle stesse sequenze per il suo nuovo film incentrato su Marion “Cobra” Cobretti, mentre Beverly Hills Cop si trovò improvvisamente senza un protagonista a sole due settimane dall’inizio delle riprese.
Fu allora che Jerry Bruckheimer e Don Simpson ebbero l’intuizione di rivolgersi a un giovane comico di Saturday Night Live, Eddie Murphy. E il risultato è stato uno dei più grandi cult movie della cinematografia americana degli anni ’80, mentre il film diretto da Martin Brest nel 1984 conquistò il box office con la straordinaria cifra di 234 milioni di dollari, secondo solo a Ghostbusters – Acchiappafantasmi di Ivan Reitman. Il segreto del successo di Un piedipiatti a Beverly Hills, secondo il punto di vista dello stesso Eddie Murphy, risiede proprio nella componente comica di un personaggio totalmente inedito rispetto alla storia del poliziesco americano, tipicamente incentrata su figure di vendicatori e uomini tutti d’un pezzo come Charles Bronson o Clint Eastwood.
Con Axel Foley e Un piedipiatti a Beverly Hills la commedia fece invece irruzione nel thriller e nell’action, e il successo fu tale che arrivò immancabilmente un sequel, Beverly Hills Cop II – Un piedipiatti a Beverly Hills II, diretto nel 1987 da Tony Scott. Il protagonista tornò così da Detroit a Beverly Hills per ritrovare i colleghi William “Billy” Rosewood (Judge Reinhold) e John Taggart (John Ashton) per sgominare una gang di rapinatori soprannominata Banda dell’alfabeto. Ma, nonostante l’ottima colonna sonora, la regia e le interpretazione del cast, il sequel non venne considerato all’altezza del primo capitolo della saga.
Per quanto riguarda poi il terzo capitolo, Beverly Hills Cop III – Un piedipiatti a Beverly Hills III del 1994, nonostante la regia di un cineasta leggendario come John Landis, l’autore di Animal House, Blues Brothers, Una poltrona per due e Il principe cerca moglie, fu lo stesso Eddie Murphy a dichiarare pubblicamente che non avrebbe mai dovuto essere girato. Landis tentò infatti di virare la trama verso toni più seriosi, ma la nuova avventura di Axel Foley a Beverly Hills (e in particolare nell’immaginario parco giochi denominato Wonderland) non ottenne minimamente il successo sperato, tanto che servirono altri trent’anni perché l’attore ritenesse di aver trovato la giusta sceneggiatura, decidendo di tornare sui suoi passi e riprendendo la pistola e il distintivo del leggendario personaggio.
Ma prima di Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F, diretto da Mark Molloy e distribuito in esclusiva in streaming su Netflix dallo scorso 3 luglio, c’è stata anche una serie spin-off dal titolo Beverly Hills Cop. Nel 2012 la CBS avviò la produzione dell’episodio pilota, con Brandon T. Jackson nella parte del protagonista, figlio di Axel Foley. Ma nel 2013 il network comunicò la cancellazione del progetto, mentre il pilot non venne mai trasmesso. Anni più tardi, lo stesso Eddie Murphy rivelò che CBS avrebbe voluto rivedere il poliziotto non sporadicamente ma in ogni singolo episodio, ed il suo rifiuto a riprendere avrebbe quindi determinato la cancellazione dello show. Come sappiamo, infatti, la star era determinata a non replicare l’errore commesso con il terzo capitolo della saga e preferì attendere molti anni per trovare il giusto script e la giusta chiave prima di tornare in azione a Beverly Hills.
E voi cosa ne pensate? Avete già visto il nuovo film con Eddie Murphy su Netflix? Fateci conoscere le vostre opinioni, come sempre, nei commenti.
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