La prima edizione del Bif&st è stata il festival di tutti i generi cinematografici, dai corti ai lungometraggi, passando per fiction e retrospettive d’autore. Anche le opere prime hanno trovano spazio in questa kermesse, giunta alla conclusione. Vincitori ex aequo per la sezione “Premio opera prima Francesco Laudadio” sono stati i registi Claudio Noce per Good morning Aman, con Valerio Mastandrea, e Valerio Mieli con Dieci inverni, interpretato da Isabella Ragonese (nelle foto sotto) e Michele Riondino. Entrambi i film sono stati presentati all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia nella sezione “Controcampo italiano”, raccontando due storie molto diverse. Good morning Aman affronta senza falsi buonismi il difficile tema dell’integrazione in Italia: Aman (interpretato da Said Sabrie) è un ragazzo somalo scampato alla guerra, che una notte si imbatte in Teodoro (l’attore Valerio Mastandrea), ex-pugile con un passato da dimenticare. Tra i due nasce un’amicizia e l’incontro tra due mondi opposti fa crescere in entrambi il desiderio di uscire dalla gabbia personale nella quale erano chiusi. La forza del film è nel realismo con cui viene raccontata un’Italia cruda e indifferente alla durezza dell’immigrazione. Tutt’altro genere di relazioni umane è quello scandito da Dieci inverni di Valerio Mieli. Il film, girato tra Venezia e Mosca, è il prologo di una storia d’amore tra i giovani protagonisti Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino), che per dieci inverni e altrettanti anni si incontrano senza mai riuscirci appieno, perché le parole non dette e le sfortunate asincronie deviano un percorso all’apparenza segnato. Il lungo è strutturato per ellissi temporali in cui ogni inverno è una finestra aperta sulle vite dei personaggi, che mutano intorno ai due che crescono senza perdersi mai del tutto, in una Venezia acquerellata che fa dell’insieme un gradevole esordio.
Isabella Ragonese (foto di Alessandra Stefanì)
Isabella Ragonese (foto di Alessandra Stefanì)
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