Il prolifico regista Pupi Avati, che con ogni probabilità sarà presente alla prossima edizione del Festival di Venezia con il film Il papà di Giovanna interpretato da Silvio Orlando, racconta di un soggetto che tiene da anni chiuso nel cassetto e che sia Rai che Mediaset hanno rifiutato di produrre. Un progetto in cinque puntate, intitolato Un matrimonio, che racconta 50 anni di storia italiana dal dopoguerra al boom, dal ’68 al terrorismo, attraverso la travagliata vita di una coppia (ispirata ai genitori di Avati) con tre figli, tra cui una ragazza paraplegica adottata. «Non l’hanno voluta», racconta il regista, «perché la tv predilige le vicende di famiglie sfasciate da divorzi e tradimenti e un’unione autentica e semplice non farebbe audience. Come non fa notizia la madre che muore annegata per salvare i figli, mentre occupa interi programmi tv una mamma assassina». «Sono sposato da 44 anni con la prospettiva eccitante di risposare mia moglie in occasione delle nozze d’oro», racconta. Ed è proprio con questo spirito che ha accettato al volo il ruolo di presidente della giuria del Fiuggi Family Festival, la manifestazione cinematografica per le famiglie che si svolgerà nella cittadina laziale dal 28 luglio al 3 agosto, con Best Movie come media partner ufficiale.
Iv.Ro.
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