Vivere come in un film può significare tante cose che vanno dal vestirsi, guidare, bere, mangiare alla maniera dei nostri protagonisti cinematografici preferiti, ma anche, volendo, muoversi negli stessi posti in cui si sono mossi loro, guardando gli stessi scenari sotto lo stesso sole, respirando la loro stessa aria e, come nel caso di cui parleremo oggi, mangiare la stessa polvere.
La nostra meta questa volta è la Spagna e le suggestioni che andremo a cercare sono quelle dei western e degli spaghetti western (con un occhio di riguardo per Sergio Leone, ovviamente), del Lawrence d’Arabia di David Lean e dell’Indiana Jones e l’ultima crociata di Steven Spielberg e George Lucas.
Iniziamo dal Nord del Paese e dal paesino di Carazo, nei pressi di Burgos, dove è da poco stato inaugurato il campo di prigionia di Betterville, dove la strada del cattivo (Lee Van Cleef), si incrocia con quella del buono (Clint Eastwood) e del brutto (Eli Wallach) nel terzo capitolo della “trilogia del dollaro” di Leone. Il campo, dopo essere stato costruito per le riprese del film, venne anche smantellato; quindi, la sua incarnazione attuale è una ricostruzione, voluta dagli appassionati del film ma anche dalla gente della zona, che sta cercando da anni di sfruttare la popolarità delle opere del regista romano, per attrarre i turisti.
Tutta l’operazione segue quella analoga fatta sempre nella stessa zona per il cimitero di Sad Hill (dove Il buono, il brutto e il cattivo trova la sua conclusione) e per la zona della battaglia del ponte di Langstone (senza il ponte costruito per il film e fatto esplodere, per quanto ci siano dei progetti per edificarlo di nuovo, sempre in ottica di turismo cinematografico). Da quelle parti trovate anche il monastero di San Pedro de Arlanza, dove Eastwood e Wallach trovano accoglienza. Per quanto l’iniziativa sia lodevole e anche sensata (Carazo si trova in quella zona della penisola iberica definita “la Spagna vuota”, in quanto priva praticamente di qualsiasi attrattiva per il turismo, a parte il profilo naturalistico), non so se consigliarvi la tappa in quanto non c’è poi molto da vedere e quel poco che c’è (con l’esclusione del monastero che è un reale monumento storico, per quanto in rovina) è una ricostruzione, in parte neanche completata (come nel caso del campo di prigionia).
Devo però dire che, al netto di tutto quanto, il cimitero di Sad Hill è abbastanza suggestivo. Le cose vanno meglio scendendo nettamente a Sud, in Almería (una provincia della comunità autonoma andalusa) e, in particolare, nel deserto di Tabernas. In questa zona semi-arida, infatti, molte produzioni americane si sono avvicendate nei tardi anni Cinquanta (oltre trecento le pellicole a stelle e strisce girate in quel periodo, principalmente western) e quasi altrettante negli anni Settanta (sempre western, ma italiani e spagnoli).
Con il tempo, la “Hollywood europea” ha perso la sua capacità di attrarre grandi e piccole produzioni (oggi è usata principalmente per la realizzazione di video musicali), ma i set originali sono rimasti, più o meno ben tenuti e, attorno a questi set, sono nati tre parchi tematici chiamati “Mini Hollywood”, “Texas Hollywood” e “Western Leone”. Mini Hollywood, originariamente conosciuta come Poblado del Oeste o Yucca City, ha ospitato le riprese di un classico come Mezzogiorno di fuoco di cui ritroverete la main road del paese, (poi “riciclata” da tanti altri film tra cui Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo e Sole rosso).
Questa strada è stata restaurata e perfettamente preservata, e rappresenta il principale punto di interesse di questo parco. Più ricca l’offerta di Texas Hollywood, dove troverete non solo una classica cittadina western con vari edifici (il saloon, il fabbro, le prigioni, e una forca) ma anche un piccolo forte e, soprattutto, uno splendido pueblo messicano, con tanto di piazza del paese, porticato e chiesa. Ogni giorno organizzano anche spettacoli di stunt con acrobazie e sparatorie e devo dire che, per quanto io sia piuttosto allergico a queste cose, sono messi in scena piuttosto bene. Ultimo, ma non per importanza, il parco dedicato espressamente a Sergio Leone che si caratterizza per i set del film C’era una volta il west. Ci trovate la grande casa rossa e parte della stazione ferroviaria. Piccolo ma molto ben tenuto e con dei set davvero iconici.
Se poi avete voglia di solitudine e di un “posto segreto”, ancora lontano dalle mete turistiche, sempre da quelle parti potrete addentravi negli scenari naturali del vero deserto di Tabernas fino a ridiscendere il corso secco e roccioso di un fiume e raggiungere l’oasi di Lawrence d’Arabia. La zona è completamente stata costruita per il film e per far credere che si trovi in Africa e non in Europa, ma poi le piante hanno attecchito e l’oasi è diventata una “vera” oasi, a parte l’assenza di acqua. È una meta surreale (vera e falsa al tempo stesso) ma raggiungerla è complicato: munitevi delle coordinate (le trovate comodamente su Google assieme alle tracce GPS di vari percorsi per il trekking), di una buona scorta d’acqua (per quanto europeo, quello di Tabernas è pur sempre un deserto e non va sottovalutato) e, soprattutto, mettete in conto che ci sarà da faticare parecchio perché il percorso è stato interdetto da poco tempo alle auto e, soprattutto, alle moto (mezzo con cui io l’ho visitato, quando era ancora permesso) e quindi ve la dovrete fare a piedi. Se decidete di fare i criminali e arrivarci comunque con un mezzo, sappiate che è un percorso in off-road discretamente impegnativo.
Dopo tanto deserto, è ora di mare. Spingetevi quindi ancora più a Sud e raggiungete le spiagge di Mónsul, con il suo iconico “sasso” in mezzo al mare che Steven Spielberg ha usato come scenario per la scena di Indiana Jones e l’ultima crociata, quella in cui il professor Jones Senior utilizza il suo ombrello e un certo numero di gabbiani, per abbattere i caccia nazisti. Visto che siete in zona, direi anche di farvi un bagno: l’acqua è splendida e la spiaggia selvaggia ma comoda.
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