Il plot di Justice League si aggancia agli ultimi momenti di Batman v Superman. Mentre il mondo piange la morte di Kal El, un nuovo villain minaccia di sterminare il genere umano. Si tratta di Steppenwolf, sbarcato sulla Terra per riunire tre cubi del potere e fonderli insieme per scatenare una sorta di apocalisse. Qui entrano in gioco Bruce Wayne e Diana Prince: avendo già combattuto fianco a fianco la minaccia Doomsday, percepiscono subito la portata del problema e iniziano una ricerca a tappeto nel tentativo di reclutare altri supereroi. Wayne vola in Islanda alla ricerca di un fantomatico protettore di una comunità di pescatori, Arthur Curry, alias Aquaman. Ed è sempre il miliardario di Gotham City a scovare, tra gli studenti del Central City College, Barry Allen, ovvero il velocissimo Flash. Diana invece prende contatto con Victor Stone: atleta vittima di un terribile incidente e riportato in vita dal padre sfruttando diversi componenti biomeccanici che lo hanno trasformato in Cyborg. Inizialmente il team è piuttosto riluttante a collaborare. Ma non appena Steppenwolf sottrae le scatole del potere, i cinque si rendono conto che l’unico modo per fermarlo è unire le forze.
Il cinecomic confezionato dalla coppia Snyder/Whedon (pare con un rapporto di 4:1 a favore del primo) riesce agilmente nel tentativo di superare il prequel Batman v Superman, risultando decisamente più frizzante, merito della chimica tra i sei paladini del team. Gal Gadot si conferma una Wonder Woman impeccabile (tant’è che anche in questo cinecomic si ritaglia un ruolo centrale) e pure Ezra Miller riesce benissimo nel passare dai panni dello sfortunato giovanotto in cerca di un posto di lavoro decente a quelli di Flash, supereroe alle prime armi, pieno di fobie. Ray Fisher “incastrato” nel corpo hi-tech di Cyborg, rende bene il mood imperturbabile e inizialmente pessimista del suo personaggio, convinto, in un primo momento, che le protesi innestate dal padre per tenerlo in vita siano una sorta di maledizione. Ma, tra le new entry, il ruolo più azzeccato è quello di Jason Momoa: perfetto nel restituire l’immaginario di Aquaman con un look decisamente rock. Mentre un discorso a parte merita il Batman di Affleck che, in maniera forse un po’ troppo repentina, da severo e brutale giustiziere visto in azione in Batman v Superman, qui si trasforma in colui che, di fatto, è il collante necessario a tenere insieme la squadra e diventa un motivatore per ciascuno dei suoi compagni. Ovviamente un cambio di rotta era necessario, visto che l’Uomo Pipistrello decide di piegare la propria individualità mettendosi al servizio di un team, ma il passaggio netto da un estremo all’altro può far storcere il naso.
Valgono poi il prezzo pieno del biglietto le abbondanti sequenze action: tra cui la spettacolare la coreografia in bullet time che vede protagonista Wonder Woman in una delle scene iniziali, i coinvolgenti duelli che Aquaman combatte tra le maree nel profondo degli abissi e una menzione speciale va fatta anche per i nuovi veicoli in dotazione a Batman, dal cattivissimo Knightcrawler, una sorta di carro armato a “quattro zampe”, al velocissimo Flying Fox, alla splendida Mercedes AMG Gran Turismo Vision, sviluppata appositamente per il videogioco PlayStation creato da Kazunori Yamauchi e qui riprodotta come prototipo in un unico esemplare.
Justice League però non è una ciambella perfetta. Lo script scivola via fin troppo liscio, in assenza pressoché totale di twist (il risveglio di Superman in effetti era da tempo “telefonato”), Steppenwolf non rientrerà nella categoria dei villain indimenticabili, ma il problema più ingombrante rimane la tendenza – in alcuni frangenti – dei personaggi DC a prendersi troppo sul serio, un atteggiamento che finisce per stridere inevitabilmente con la bidimensionalità dei supereroi nati dal fumetto e soprattutto con le battute con cui in alcuni momenti si tenta di stemperare i toni. Manca ancora insomma il giusto bilanciamento tra tutti gli ingredienti.
Detto questo, Warner Bros. ha indubbiamente gli strumenti e il potenziale per continuare a mantenere ben salda l’attenzione e l’hype dei suoi fan. Batman v Superman, Suicide Squad e Justice League erano tutti progetti molto ambiziosi e decisamente complessi, in cui era necessario non solo far coesistere più personaggi ma anche metterli in relazione con universi differenti. Concentrarsi su un solo character – vedi l’ottimo Wonder Woman di Patty Jenkins – faciliterà, e non di poco, il compito alla major. Costruendo anche su quanto fatto di buono con Justice League, attendiamo più che fiduciosi i ritorni in un film stan alone di Aquaman, Flash e soprattutto di una nuova trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro…
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