A distanza di anni, una scena post-credits del Marvel Cinematic Universe continua a destare perplessità tra i fan, tanto da essere considerata una delle più insensate dell’intero franchise. Pur avendo reso iconico l’uso delle sequenze finali per anticipare sviluppi futuri e costruire l’attesa, Marvel Studios ha anche offerto alcuni esempi di questi che sono apparsi ai fan più una presa in giro che un vero e proprio indizio narrativo.
La scena post-credits più insensata del Marvel Cinematic Universe si trova in Spider-Man: Homecoming, un esempio perfetto di come il format reso iconico da Marvel Studios possa a volte trasformarsi in un’occasione sprecata. Dal 2008, con il debutto di Iron Man, le scene post-credits sono diventate una firma del franchise, utilizzate per anticipare futuri sviluppi narrativi e costruire l’hype tra i fan. Tuttavia, nel corso degli anni, non tutte le sequenze finali hanno mantenuto questa funzione. Alcune si sono limitate a essere gag comiche, divertenti ma prive di peso per l’evoluzione della storia complessiva, mentre altre si sono rivelate esperimenti meno riusciti, sfiorando l’inutilità.
In Spider-Man: Homecoming, questa dinamica raggiunge il suo estremo con una delle due scene post-credits che non solo si rivela priva di significato narrativo, ma sembra quasi ridicolizzare l’attesa del pubblico. La prima sequenza aveva comunque un intento più tradizionale, preparando il terreno per futuri sviluppi nell’universo cinematografico Marvel; la seconda, invece, è una pura trovata comica, un’autoparodia che fa leva sul tono ironico del film. La scena vede Captain America (Chris Evans) apparire in un video educativo, riprendendo lo stile dei PSA (Public Service Announcements) che il personaggio aveva già interpretato durante il film. Tuttavia, stavolta il messaggio non è rivolto ai personaggi del mondo narrativo, ma direttamente agli spettatori.
Con fare solenne, Captain America parla del valore della pazienza, per poi svelare con ironia che a volte attendere non porta a nulla di concreto. La scena, in sostanza, scherza sull’attesa stessa delle scene post-credits, suggerendo che il pubblico ha aspettato inutilmente per un momento che non aggiunge nulla di significativo. È una battuta metanarrativa, un modo per giocare con le aspettative dei fan, ma che molti hanno percepito come una mancanza di rispetto verso il pubblico.
Nonostante l’intento umoristico, questa scena ha sollevato un dibattito. Da un lato, c’è chi l’ha apprezzata come un’intelligente rottura della quarta parete, in linea con l’umorismo del film. Dall’altro, molti l’hanno considerata un’occasione sprecata, un esempio di come Marvel Studios possa a volte esagerare con il tono scherzoso, dimenticando l’importanza di mantenere coerenza e valore in uno degli elementi più attesi dai fan. Così, anziché rafforzare il legame tra pubblico e universo narrativo, questa scena sembra voler deridere proprio quell’entusiasmo che ha contribuito al successo del franchise.
Oltre alla scena post-credits di Spider-Man: Homecoming, il Marvel Cinematic Universe ha presentato altre sequenze finali che hanno suscitato discussioni tra i fan per la loro apparente inutilità. Ad esempio, in Guardiani della Galassia Vol. 2, una delle scene mostra Groot adolescente immerso nei videogiochi, ignorando Star-Lord che cerca di comunicare con lui. Sebbene divertente, questa scena non aggiunge elementi significativi alla trama futura. Allo stesso modo, in Avengers: Age of Ultron, la scena post-credits presenta Thanos che indossa il Guanto dell’Infinito, dichiarando: “Lo farò da solo“. Tuttavia, questa anticipazione non ha avuto un seguito immediato, poiché Thanos è rimasto nell’ombra fino a Avengers: Infinity War, rendendo la scena meno impattante nel contesto immediato.
Questi esempi evidenziano come alcune scene post-credits, pur essendo momenti di intrattenimento, possano risultare meno rilevanti per l’evoluzione complessiva dell’universo narrativo.
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Fonte: Collider