Venezia 2013, George Clooney: «Come ho affrontato lo spazio? Yoga e alcool»
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Venezia 2013, George Clooney: «Come ho affrontato lo spazio? Yoga e alcool»

L’attore ha presentato insieme alla collega Sandra Bullock il film d’apertura della Mostra del Cinema: Gravity. E naturalmente ha scherzato con i giornalisti

Venezia 2013, George Clooney: «Come ho affrontato lo spazio? Yoga e alcool»

L’attore ha presentato insieme alla collega Sandra Bullock il film d’apertura della Mostra del Cinema: Gravity. E naturalmente ha scherzato con i giornalisti

Quando gli fanno notare che Matt, il protagonista di Gravity (leggi la nostra recensione), gli assomiglia molto (almeno assomiglia al Clooney “pubblico”), lui smentisce: «Ho scelto di partecipare a questo film per la bellissima sceneggiatura. E poi ha due soli ruoli: uno era già stato assegnato a Sandy – e tra l’altro era quello in cui bisognava rimanere in mutande –, per cui non mi rimaneva molta scelta». Ma a giudicare dalla facilità con cui si concede ai giornalisti e scherza con loro in conferenza stampa, rimaniamo dell’idea che quell’aria sorniona lo avvicini molto al suo personaggio.

Certo, anche la stampa ci mette del suo: al suo ingresso, si levano centinaia di cellulari e macchine fotografiche, pronti a immortalarne l’indubbio fascino. Camicia bianca, completo grigio scuro, George sfoggia un capello completamente brizzolato e pettinato a destra; «La sua pettinatura è strepitosa» gli fa notare un giornalista, prima di chiedergli se è davvero convinto che noi siamo soli nell’universo. «Certo che no» risponde. «Sul set eravamo circondati dalla troupe».

In molti sono curiosi di capire come lui e Sandra Bullock si sono preparati per interpretare una prova tanto dura a livello fisico e mentale. «Abbiamo fatto parecchio yoga insieme per allenare la nostra flessibilità. E ci siamo riusciti! Diciamo che per Sandra è stato più difficile, perché aveva molte più scene da girare; per questo lei ha avuto un allenatore fin da subito. Io per prepararmi bevevo parecchio» scherza Clooney. La Bullock sta al gioco, annuisce alle parole del collega, prima di tornare seria e spiegare che «mi sono allenata parecchio, perché volevo essere forte e dare al mio personaggio un aspetto particolare, quasi androgino. Ryan è una donna che ha subito una grave perdita (SPOILER: le è morta la figlia di quattro anni, ndr FINE SPOILER), che l’ha svuotata del suo lato materno. Per cui era necessario provare a rimuove anche dal suo corpo i lineamenti femminili. E in effetti nel corso delle riprese ho avvertito il cambiamento».

Oltre alle difficoltà tecniche legate alla fase di riprese, che hanno necessitato di una tecnologia ad hoc («Lavoravamo su una specie di piattaforma luminosa» spiega Clooney «dove bisognava stare attenti a non reagire alle macchine che si muovevano verso di te a gran velocità»), una delle sfide più grandi è stata abituare corpo e mente all’assenza di gravità. «Nello spazio ci si muove in maniera incredibilmente lenta, ma nello stesso tempo bisogna comunicare in modo più veloce rispetto alla parlata normale» racconta ancora il divo. «Quando abbiamo iniziato le prove proprio non ci riusciva; ma dopo poco tempo Sandra ha iniziato a controllare molto di più i movimenti e io ogni volta mi chiedevo: “Ma come cavolo fa?”. C’è poco da dire: è stata straordinaria». «Tutto merito degli astronauti che ho potuto consultare mentre giravamo il film» confessa l’attrice. «Li chiamavo dal mio cellulare; loro erano sulla base spaziale e stavano ad ascoltare tutte le mie domande bizzarre, dandomi consigli soprattutto sulla fisicità da adottare in determinate situazioni. Mi hanno fatto sentire molto piccola, perché ho capito che chi fa questo mestiere ha una passione straordinaria per la vita di tutti noi». E a chi le ha chiesto come fa a mantenersi così in forma e preservare la bellezza, ha ammesso: «Avere un bambino di tre anni da sollevare e portare in giro ogni giorno aiuta molto. Tra l’altro questo film mi ha aiutato a riflettere sul cosa ci fa alzare ogni mattina con la voglia di vivere. Per me la risposta è proprio il mio bambino».

George sulla questione non si è espresso e neppure se l’è sentita di rispondere quando gli hanno chiesto se sia giusto che Barack Obama mandi le truppe in Siria. Però ha confermato di essere proprietario di un satellite in Sudan («Lo usiamo per monitorare la situazione e le atrocità che vengono commesse») e di aver patito il viaggio in nave per approdare al Lido («Una delle esperienze più avverse della mia vita»). E poi, proprio prima di lasciare la sala, ha riacceso il microfono: «E non volete sapere un mio parere sul nuovo Batman di Ben Affleck. Sì, George, ci piacerebbe ma ormai il tempo è scaduto.

Leggi la nostra recensione di Gravity

Guarda l’arrivo di George Clooney al lido

Foto: Getty Images

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