Che cosa fareste se vi rimanessero poche ore da vivere? Parte da questa domanda 4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara in concorso alla 68ma Mostra di Venezia. Il regista non ha dubbi sull’imminente fine del mondo causata dall’assottigliamento dello strato d’ozono che circonda la Terra e anzi suggerisce un orario preciso: le 4:44 del titolo, di un’imminente notte a New York. Col poco tempo a disposizione, i due protagonisti del film, Cisco (Willem Dafoe) e Skye (Shanine Leigh, ex del regista), due artisti che vivono in un bel loft della Grande Mela, decidono di non fare nulla di particolare e di rimanere semplicemente vicini. Di fronte all’ineluttabile sconvolgimento del pianeta il regista sceglie però di non concentrarsi sul mondo fuori (pochissime le riprese in esterno), ma sull’intimità dei gesti dei due personaggi principali che hanno accettato serenamente il proprio destino. Quando la catastrofe arriva non indulge sulla spettacolarizzazione dell’apocalisse, ma torna a concentrarsi sulla coppia, sul loro abbraccio, sulle frasi che si sussurrano.
Abel il Profeta? A quattro anni da Go Go Tales, l’imprevedibile Ferrara torna al cinema con un apologo ecologista, moralista e politico. Assume toni da predicatore prendendo in prestito frasi dal Dalai Lama e da Al Gore e non risparmiando ogni tipo di accusa ai governi del mondo per non aver impedito il disastro ambientale che porterà il mondo all’inevitabile catastrofe, ma per lo spazio concesso all’esplorazione dei sentimenti umani di fronte all’apocalisse rievoca il Melancholia di Lars Von Trier.
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