Venezia 69: Bellocchio «anche l'Italia è una Bella addormentata»
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Venezia 69: Bellocchio «anche l’Italia è una Bella addormentata»

Il regista, in concorso al Festival, racconta alla stampa la sua visione della fede e della politica, temi centrali del film con protagonista un grande Toni Servillo nei panni di un senatore smarrito

Venezia 69: Bellocchio «anche l’Italia è una Bella addormentata»

Il regista, in concorso al Festival, racconta alla stampa la sua visione della fede e della politica, temi centrali del film con protagonista un grande Toni Servillo nei panni di un senatore smarrito

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«Inevitabilmente Bella addormentata (leggi il commento del caporedattore di Best Movie e la recensione del film, che debutterà nelle sale italiane domani, mentre mercoledì 7 settembre sarà presentato al Visionario di Udine alla presenza di Beppino Englaro, padre di Eluana, ndr) sposterà, almeno in parte, il dibattito sul tema dell’eutanasia – commenta consapevolmente, in conferenza stampa, il regista Marco Bellocchio in gara alla 69esima Mostra di Venezia -. Ma non vorrei che fosse trascurato il film. Anche perché sarebbe assolutamente innaturale per me utilizzarlo come bandiera di una tesi. Certo ho le mie idee, la mia posizione è sempre stata discretamente laica. Ma non mi sono convertito se è questo che volete sapere».
Anche se, forse come non mai, l’autore riesce a tratteggiare sul grande schermo punti di vista molto distanti tra loro. Con assoluto rispetto e pure una certa empatia. D’altra parte, lo ammette lui stesso: «In tutti i personaggi ritrovo qualcosa di me stesso». Perfino nella religiosità estrema della Divina Madre (Isabelle Huppert), che vorrebbe riportare in vita la figlia in stato di coma con le sue preghiere, rinunciando a tutto. «Il suo atteggiamento estremo e assoluto è qualcosa che considero al limite del patologico, eppure lo ammiro» prosegue il regista, che ci racconta una storia corale, sullo sfondo della vicenda di Eluana Englaro, dopo averla metabolizzata. «Sono stato aggredito da quello che vedevo e leggevo e per reazione ho prodotto delle immagini e dei personaggi, che ho lasciato si depositassero per riprenderli e strutturare le loro storie con gli sceneggiatori dopo qualche anno» e ne è venuto fuori «un film fatto di tanti risvegli, semplice ed essenziale, senza l’intento di divagazioni ideologiche».

Che tuttavia compaiono, specialmente nella vicenda del senatore Beffardi (un grande Toni Servillo), dilaniato dal travaglio interiore che nel privato lo ha portato verso una scelta agli antipodi rispetto a quella pubblica che il suo partito (Forza Italia) vorrebbe facesse in parlamento, votando in favore di una legge in cui non crede, ma che allo stesso tempo lo avvicinerebbe alla figlia (Alba Rohrwacher), attivista del movimento per la vita che con i suoi amici manifesta davanti a La Quiete durante il ricovero di Eluana. Attorno all’uomo ruota una classe politica allo sbando, cinicamente e ironicamente ritratta dallo psichiatra Roberto Herlitzka, durante un dialogo con il personaggio di Servillo in un bagno turco «infernale». «Il potere è inguaribile» sostiene Bellocchio, che però precisa: «Non c’è un atteggiamento di disprezzo per i politici, ma ritraggo il loro smarrimento e la loro disperazione». «Sono un po’ come dei dannati di seconda classe di Dante» rimarca con una battuta in linea con il suo medico Herlitzka.

Dunque, è anche in virtù di una classe politica poco attenta che il titolo Bella addormentata «si riferisce anche all’Italia» come afferma in chiusura Bellocchio, che con questo film mostra un risveglio ad ampio raggio delle coscienze dei suoi personaggi, chiamando all’appello anche noi.

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Bella Addormentata farà discutere. Ecco le nostre considerazioni

(Foto Getty Images)

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