Paul Schrader ha presentato a Venezia 74 First Reformed, film che rilancia i fantasmi del regista e la sua ossessione per i temi religiosi e cristologici. Un lavoro di grande impatto, che l’autore ha descritto così: «Prima di essere uno sceneggiatore ero un critico cinematografico, ho scritto un libro sulla spiritualità perché ho avuto una formazione religiosa. Ero semplicemente troppo affezionato all’empatia, alla sessualità e alla violenza del cinema per realizzare un film che avesse una componente austera molto forte, da giovane. Cenando con Pawlikowski, il regista di Ida, mi sono reso conto che era il momento di scrivere anch’io un film con questo taglio. Non sono cattolico, sono un riformista olandese. Ma la malattia che condividiamo con i cattolici è comune: espiare col sangue, col sacrificio, col Cristo».
«Mia nonna pensava davvero che da giovane avrei potuto fare un prete – ha rivelato il protagonista Ethan Hawke – ma meno male che alla fine la chiamata dall’alto non è arrivata e sono finito a fare l’attore. Sono stato però circondato dalla religione per tutta la vita. La mia famiglia non amava per niente la fama e la vedeva con sospetto. Il personaggio del film è quasi uno sciamano, un ruolo che sembrava mi aspettasse da tanto tempo e nel quale, vista la mia educazione religiosa, ho potuto mettere molto di me stesso».
Schrader ha chiuso parlando di Scorsese, amico e sodale di una vita, e rivelando un incredibile aneddoto: «Taxi Driver ha infuso il mio copione, e ho anche tentato di sottrarre a Scorsese il copione di Silence, di cui sapevo da moltissimo tempo. Volevo farlo io, lui si è arrabbiato, alla fine l’ha fatto lui. Senz’altro i miei film recenti affrontano la contemporaneità, ma trovo che la specie umana abbia finito il suo arco di sopravvivenza su questo pianeta».
Qui la nostra sezione dedicata alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.
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