Il cinema torna al Lido: con la proiezione del film d’apertura (White Noise di Noah Baumbach) e la consueta conferenza stampa di inaugurazione, la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia è pronta a stendere un lungo tappeto che porterà nella città lagunare più famosa al mondo attori, attrici, registi e alcuni dei film più attesi dell’anno.
A valutare le opere del concorso ufficiale ed assegnare il Leone d’Oro 2022 sarà la giuria guidata dall’attrice Premio Oscar Julianne Moore. Con lei: Mariano Cohn (Argentina) regista, sceneggiatore e produttore; Leonardo Di Costanzo (Italia) regista e sceneggiatore; Audrey Diwan (Francia), regista; Leila Hatami (Iran) attrice; Kazuo Ishiguro (Giappone-Gran Bretagna) scrittore e sceneggiatore; Rodrigo Sorogoyen (Spagna) regista, sceneggiatore e produttore. Per la sezione Orizzonti, invece, a presiedere la giuria sarà la regista spagnola Isabel Coixet, presente in conferenza assieme al direttore artistico Alberto Barbera e al presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto.
La star di Still Alice ha catalizzato la maggior parte delle domande della sala, curiosa di sapere quale sia stato il suo primo impatto col mondo del cinema. «È stato con la persona che sceglieva la programmazione del cinema locale del mio piccolo paesino, in Alaska. Avevo 10 anni e mi chiedevo come potessi fare per entrarci anche io. Sono grata di essere a Venezia e avere l’opportunità di farne parte» ha detto la Moore.
L’ha definita «un’occasione unica nella vita», impensabile quando è stata alla Mostra del cinema per la prima volta nell’ormai lontano 1996: «Non avrei mai pensato di diventare presidente di giuria. La prima volta che sono stata qui ero attrice in una soap opera americana, se me l’avessero detto sarei caduta nel canale». Ancora nessun criterio nella valutazione dei film in concorso, anche se Julianne Moore vorrebbe imporre una regola: «Dovremmo vestirci tutti uguali!» ha ironizzato.
Più seriamente, ha poi ribadito quale grande onore sia far parte della giuria e di vivere un’esperienza sui generis: «Non so cosa aspettarmi da molti autori, vedremo 23 film e non saprò giorno per giorno cosa andrò a vedere, che reazione avrò. Raramente si ha un’opportunità del genere nella vita, è stupendo poter essere così ricettiva verso film così curati».
La conferenza si è poi spostata sulla questione della presunta convivenza tra cinema e piattaforme streaming. Un non-problema, per la Moore: «Sento spesso fare discorsi sul futuro del cinema, ma mi sembra più un argomento commerciale, d’affari. Per me è più importante continuare a creare, chiederci cos’altro possiamo fare, come possiamo osservare il cinema e come viverlo. Ci saranno sempre modi diversi di portarlo alle persone, il mondo cambia costantemente. Ma ci sono delle costanti: si troveranno sempre nuovi modi di raccontare storie, metterle in scena e interpretarle. Venezia è l’opportunità per vedere questi incredibili lavori».
Infine, il direttore Alberto Barbera è stato chiamato a rispondere alle polemiche innescate nei giorni scorsi da alcuni problemi tecnici in fase di prenotazione dei film da parte degli accreditati. «Non abbiamo la palla di vetro per sapere se si ripresenteranno – ha ammesso – Ma dopo un inizio difficile tutto si sta normalizzando. L’anno scorso è stato peggio: la criticità è durata più a lungo, fino al weekend. Qui siamo al primo giorno e le cose mi sembrano già avviate verso la normalità».
La parole, quindi, passa ai tanti film in corso: da Luca Guadagnino ad Alejandro González Iñárritu, passando per le anteprime di Don’t worry darling e Blonde, Venezia è pronta ancora una volta a diventare la casa del cinema mondiale.
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Foto: Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
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