Venezia 79, Elodie racconta a Zerocalcare Ti mangio il cuore: «Col film ho curato le mie ferite» [VIDEO]
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Venezia 79, Elodie racconta a Zerocalcare Ti mangio il cuore: «Col film ho curato le mie ferite» [VIDEO]

La cantante e attrice ha raccontato a Giorgio Viaro e al fumettista romano la sua esperienza sul set del film diretto da Pippo Mezzapesa

Venezia 79, Elodie racconta a Zerocalcare Ti mangio il cuore: «Col film ho curato le mie ferite» [VIDEO]

La cantante e attrice ha raccontato a Giorgio Viaro e al fumettista romano la sua esperienza sul set del film diretto da Pippo Mezzapesa

A Venezia Elodie ha esordito al cinema con il film Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa: un’emozione grandissima che ha raccontato a un intervistatore d’eccezione, Zerocalcare, insieme al direttore di Best Movie Giorgio Viaro.

La prima domanda di Zerocalcare si è concentrata sul rapporto che la cantante ha col cinema, anche da spettatrice: «Ho visto molti film che mi hanno aiutato a capire tante cose degli altri e di me», ha risposto Elodie. «Da piccola pensavo di essere Amélie Poulain ma purtroppo poi ho capito che non era così. Sono sempre affascinata dalla possibilità di essere qualcun altro, anche per il tempo di un film».

Il film è ambientato nel Gargano, nell’ambiente della quarta mafia. Ed è stato un set impegnativo: «Leggendo il copione ho pensato subito che fosse una grande occasione di interpretare una donna facilmente giudicabile, immersa in una società patriarcale, che non ha la possibilità di scegliere davvero come vivere. Ed è una storia vera. Io sono una cantante di musica pop e leggera: faccio intrattenimento. Mi è sembrata l’opportunità di raccontare un altro aspetto di me che esiste, più drammatico e duro. Spero di averlo fatto con rispetto».

Zerocalcare ha chiesto a Elodie quanto c’è di se stessa nel personaggio di Marilena: «Ci ho messo tante delle mie esperienze, magari ridicole rispetto al dolore e la violenza che vediamo nel film», ha risposto la cantante. «Attraverso questa storia ho cercato di curare delle mie ferite e di essere onesta. Ho cercato di dare al personaggio una sicurezza e una fragilità che comunque ho, un dolore rispetto all’essere donna e essere giudicata».

Il paragone con altre grandi interprete mediterranee come Sophia Loren o Monica Bellucci, dice Giorgio Viaro, risuona naturale: «Non mi sono paragonata a queste grandi donne del cinema, mi sembrerebbe pretenzioso. Ma so di avere una forza davanti alla macchina da presa». E sul rapporto con coprotagonista Francesco Patané dice: «Sono stata fortunata a lavorare con lui, abbiamo instaurato un rapporto di fiducia raccontandoci anche i segreti. Era l’unico modo di creare quel film nello sguardo».

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