Venezia 80, Nicolas Winding Refn omaggia Ruggero Deodato: «Un regista libero»
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Venezia 80, Nicolas Winding Refn omaggia Ruggero Deodato: «Un regista libero»

Il regista danese introdurrà stasera la proiezione di mezzanotte dell’edizione restaurata di Ultimo Mondo Cannibale

Venezia 80, Nicolas Winding Refn omaggia Ruggero Deodato: «Un regista libero»

Il regista danese introdurrà stasera la proiezione di mezzanotte dell’edizione restaurata di Ultimo Mondo Cannibale

Nicolas Winding Refn Ruggero Deodato Ultimo mondo cannibale

Spesso, quando si parla del cosiddetto “Cinema Bis Italiano“, si commette un errore madornale: quello di definirlo con un termine, “trash,” che poco ha da spartire con quella produzione (che vede il suo periodo di massimo splendore tra l’inizio degli anni Sessanta e la fine degli Ottanta), che conteneva diversi generi popolari: dal western all’horror, dal giallo al poliziottesco, fino alla fantascienza e alla commedia sexy. Certo, nella maggior parte dei casi, i film appartenenti a quel contesto produttivo erano artigianali, girati con poche risorse, spesso in continuità tra di loro per contenere i costi. Ma questo non significa che gli artisti che vi lavoravano non fossero veri uomini di Cinema. 

Ruggero Deodato, scomparso lo scorso dicembre all’età di 83 anni, era un grande uomo di Cinema. Cresciuto sui set di Roberto Rossellini, del quale era aiuto regista, Deodato entra nel mondo del cinema italiano nel suo momento di massimo splendore. E sui set impara il mestiere del regista, ruolo al quale si dedicherà per il resto della carriera, tanto al cinema quanto, in seguito, quando il cinema bis sarà praticamente morto, in televisione. Famoso soprattutto per aver diretto uno dei film più violenti, crudi e censurati di sempre, Cannibal Holocaust (1980), Deodato ha sempre combattuto in prima linea e si è sempre dedicato anima e corpo a quella che era la più grande passione della sua vita, della quale non si stancava mai di parlare. Una delle tante figure poco decantate della storia del nostro Cinema del XX Secolo che, pochi mesi dopo la sua morte, viene onorato dalla Mostra del Cinema di Venezia con la proiezione, in una copia da poco restaurata di Ultimo Mondo Cannibale, film girato tre anni prima di quello che resterà per sempre il suo film cannibalico (e non solo) più famoso. Il film sarà protagonista stasera di una speciale proiezione di mezzanotte che verrà introdotta dal regista di culto Nicolas Winding Refn, grande amante del grande cinema di genere italiano che fu.

Ho sempre faticato a capire cosa sia un regista di genere – ha esordito il giornalista Manlio Gomarasca aprendo la masterclass tenuta da lui e da Refn per ricordare Deodato -, non ho mai creduto in definizioni come ‘regista di genere’ o ‘autore.’ Per me esistono due tipi di registi: quelli che lasciano una traccia nella storia del Cinema e quelli che non riescono a farlo. Che piaccia o meno, è innegabile che Ruggero ne abbia lasciata una, non solo nell’ambito del cinema italiano, ma anche in quello mondiale.

Il periodo storico nel quale Deodato ha diretto i suoi film più importanti mi ha sempre affascinato – ha continuato il regista danese -, soprattutto per la sua ricchezza di offerta. Uscivano veramente film di ogni genere, andare al cinema in quegli anni doveva essere un’esperienza davvero incredibile. Sono cresciuto guardando in VHS film come quelli di Ruggero e quelli di tanti altri grandi registi di quegli anni che mi affascinavano per la loro violenza. I miei genitori non apprezzavano quel genere di film, e guardandoli era come se mi ribellassi al sistema del quale facevo parte, iniziando una specie di percorso di crescita e presa di coscienza di me stesso che mi ha portato a essere il regista che sono oggi. Per gli altri, la violenza di quei film era orribile, io la trovavo bellissima e affascinante. 

Gomarasca ha poi riflettuto sul ruolo di Ultimo Mondo Cannibale all’interno della filmografia di Deodato: “È un film decisamente oscuro, dalla storia molto travagliata. Non si contano gli aneddoti su quanto sia stata pericolosa la produzione nel mezzo della giungla. Basti pensare che all’epoca un giovanissimo Lamberto Bava, assistente sul set, fu morso da un serpente velenoso e fu salvato all’ultimo minuto da morte certa. Ruggero è passato alla storia per Cannibal Holocaust, ma lui ha sempre affermato di preferire questo rispetto al suo titolo più famoso.

Per Refn, a fare la differenza in film come Ultimo Mondo Cannibale è la totale libertà concessa a registi come Deodato. “Questi film sono dei pezzi rari, sono artefatti di un’epoca che non esiste più. Oggi nessuno produrrebbe un film del genere in quelle condizioni di rischio – ha concluso il regista -. Ruggero Deodato e la sua generazione hanno avuto una libertà artistica che oggi noi registi possiamo solo sognarci. E grazie a quella libertà hanno potuto sfruttare modalità espressive che restano moderne anche oggi. Basti pensare al found footage di Cannibal Holocaust che oggi ci sorbiamo su base quotidiana in molti video online. Probabilmente, oggi Ruggero lo avrebbe girato per pubblicarlo su TikTok!”

Foto: Getty (Stefania D’Alessandro/WireImage; Rosdiana Ciaravolo/Getty Images)

Foto: INTERFILM – MITEL, CAPITOL INTERNATIONAL VIDEO/ERRE CIN.

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