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Venezia 80, Wes Anderson passione Roal Dahl: «Volevo dare vita alle sue parole»

Il regista è presente a Venezia anche per ricevere il premio Cartier Glory To The Filmaker 2023

Venezia 80, Wes Anderson passione Roal Dahl: «Volevo dare vita alle sue parole»

Il regista è presente a Venezia anche per ricevere il premio Cartier Glory To The Filmaker 2023

wes anderson venezia

Pochi mesi dopo la presentazione del suo ultimo lungometraggio Asteroid City (nelle sale italiane dal prossimo 28 Settembre) al Festival di Cannes, il regista americano Wes Anderson sbarca al Lido di Venezia per presentare The Wonderful Story of Henry Sugar, primo dei quattro mediometraggi da lui diretti per Netflix ispirati ai racconti dello scrittore inglese Roal Dahl (autore, tra gli altri, di La Fabbrica di Cioccolato e Il GGG, entrambi già trasposti al cinema). Non è la prima volta che il regista nato a Houston adatta un lavoro di Dahl, visto che nel 2009 aveva diretto Fantastic Mr. Fox, film in animazione stop motion.

 «Adoro le opere di Roal Dahl, sono cresciuto leggendole e innamorandomi di esse – ha dichiarato il regista -. Ho avuto la fortuna di conoscere i suoi familiari all’epoca della lavorazione di Mr. Fox e già all’epoca sognavo di poter dirigere un adattamento di Henry Sugar, che è sempre stata la mia preferita fra le sue storie. Ma purtroppo, per molti anni non sono riuscito a capire come approcciarmi al suo adattamento. Per fortuna, la sua famiglia è stata così gentile da non concedere a nessun altro i diritti di sfruttamento nell’attesa che mi venisse l’idea giusta».

Foto: Kate Green/Getty Images for Netflix

Anderson ha potuto contare su un ricco cast, composto, tra gli altri, da Ralph Fiennes, Benedict Cumberbatch, Dev Patel e Ben Kinglsey per dare vita sullo schermo all’immaginario di Dahl. «Il primo obiettivo che mi sono posto è stato quello di utilizzare ed esaltare lo splendido linguaggio di Dahl. Volevo che le sue parole prendessero vita sullo schermo in un formato, quello del mediometraggio, che da un certo punto di vista è stato una sfida per me, che sono abituato a lavorare ai lungometraggi, ma che allo stesso tempo mi ha aiutato a concentrarmi sugli elementi che rappresentavano i principali punti di forza del testo senza doverli per forza diluire in una durata più ampi» ha raccontato.

Negli ultimi anni, alcune delle opere letterarie di Dahl sono state oggetto di un nuovo adattamento volto a eliminare alcuni termini ritenuti obsoleti e potenzialmente offensivi per la sensibilità moderna. Quando gli è stato chiesto cosa pensasse di questo tipo di operazione, Anderson ha risposto: «Non credo di essere la persona giusta per rispondere a una domanda molto complessa come questa, perché da una parte ne capisco le motivazioni, ma dall’altra sono fermamente convinto che i testi vadano preservati per come sono. Dal mio punto di vista, neanche l’autore dovrebbe avere la libertà di ritoccarli».

Da un punto di vista estetico, il mediometraggio presenta molti di quelli che ormai si possono definire un’estetica e un approccio “andersoniani,” con colori pastello molto accentuati, scenografie teatrali che vengono spostate o modificate in scena e una meticolosa cura nei costumi e negli oggetti di scena. «Come dicevo, volevo che Henry Sugar fosse innanzitutto un’opera di parole – ha continuato Anderson -, per questo ho scelto un approccio molto vicino al teatro anche nella messa in scena. Volevo una scenografia che si evolvesse nel corso della storia che potesse sostenere le parole e aiutarle a dare vita al testo in immagini».

Foto: John Phillips/Getty Images

Come accennato in apertura, The Wonderful Story of Henry Sugar è solo il primo di quattro adattamenti di Roal Dahl che Wes Anderson porterà su Netflix a partire dal 27 Settembre. Gli altri racconti che verranno adattati sono The Swan, Poison e Ratcatcher, che lo stesso Anderson considera una scelta azzardata, essendo uno dei racconti meno conosciuti e più bizzarri di Dahl. «Negli altri mediometraggi che vedrete su Netflix ritroverete alcuni degli attori di Henry Sugar così come facce nuove, come quella di Rupert Friend» ha anticipato.

E quando gli è stato chiesto se, dopo questi quattro racconti e Mr. Fox, stia pensando ad altri adattamenti dalle opere di Dahl, Anderson ha risposto: «Non smetterò mai di riflettere sulle sue opere e sui possibili modi di adattarle. Ma per ora, penso proprio di aver concluso con gli adattamenti di Dahl».

Foto: Getty Images

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