Preparatevi al fascino irresistibile di Rango. Gore Verbinski, dopo averci fatto ridere ed entusiasmare con la saga dei Pirati dei Caraibi, regala al pubblico un vero cartoon capace di unire i cinefili più fini e gli amanti del western e della buona animazione. Girato con la tecnica del motion capture (che cattura i movimenti degli attori in carne e ossa per poi applicarle alle animazioni) il film è la storia di un camaleonte Rango (nella versione inglese doppiato da Johnny Deep) che cerca di trovare il suo posto nel mondo. Vuole essere un eroe e la sua amabile imbranataggine lo aiuterà. Si ritroverà nella città di Polvere popolata dagli animali più strani (un sindaco tartaruga, un coniglio senza orecchio, una lucertola con improvvisi blocchi fisici) ed eletto sindaco cercherà di trovare l’acqua, che scomparsa da tempo sta portando alla morte tutti gli abitanti di Polvere. Best Movie ha incontrato Gore Verbinski venuto a Roma per promuovere il suo film.
Best Movie: Dai pirati ai camaleonti: com’è nata l’idea di Rango?
Gore Verbinski: Da tempo volevamo realizzare un film che potesse rendere contemporaneo il western, un genere cinematografico così consolidato. Il personaggio è stato costruito affinchè lo spettatore si sentisse sin da subito molto vicino all’eroe protagonista. Con la colonna sonora che richiama il cinema di Sergio Leone e la musica di Ennio Morricone abbiamo regalato al film tradizione innovazione.
BM: Il film sembra pensato per un pubblico adulto…
GV: Ma non solo: quando si pensa ai cartoon la gioia e il divertimento esilarante sono profondamente intrecciati alla sofferenza del protagonista. Di esempi ne abbiamo tanti, come Bambi o le fiabe dei fratelli Grimm. I cartoon appartengono ai sogni e alla realtà dove la vita e la morte sono concetti elaborati, ma adeguatamente trattati. Ero molto giovane quando guardavo i western e quello che mi attirava di più era l’impressione di essere immerso in un mondo affascinante e proibito. Rango è un film pensato per più target che ha con sé anche una certa dose di humour irriverente.
BM: Come hai fatto doppiare i tuoi attori?
GV: Hanno recitato come se fossero su un palcoscenico di un teatro (vedi la foto in basso, n.d.r.), interagendo tra di loro in un modo completamente diverso da quello che avviene in una sala di doppiaggio. Li abbiamo fatti sentire parte di un film d’azione: con il live action volevamo aggiungere una realtà emotiva forte alla storia, dando maggiore profondità e complessità ai personaggi. Ad esempio l’espressione felice e/o dubbiosa di un normale cartone animato non avrebbe potuto esprimere il viaggio emotivo di Rango alla ricerca della propria identità. Con gli sceneggiatori e i miei amici abbiamo realizzato una prima versione (che non è distante dal film) dove riproducevamo voci e suoni del film. Abbiamo guardato le riprese migliaia di volte: il nostro lavoro di regia e scrittura è durato tre anni e mezzo concludendosi con 20 giorni di registrazioni insieme agli attori.
BM: Come hai scelto il mondo iniziale di Rango, un pesce automatico e un corpo di donna senza testa e gambe?
GV: Mi sono ispirato ai laghetti, che si vendono nei negozi di animali, dove vengono inseriti i rettili. Volevamo costruire una realtà artificiale con amici irreali per poi permettere al nostro Rango di inserirsi in una nuova avventura da affrontare: una città vera con amici reali senza i suoi amici irreali.
BM: Anche l’acqua è un altro protagonista?
GV: Sono fan dei western postmoderni dove svanisce il mito del pistolero e l’eroe ha caratteristiche più profonde: l’acqua diventa simbolo della corruzione e del potere proprio come avviene nel film Chinatown di Roman Polanski. Rango, che è proprio un personaggio donchisciottesco, porta perciò la speranza di ritrovare l’acqua. Nel viaggio spirituale del nostro eroe l’acqua è come se fosse la moneta di Polvere.
BM: Ancora una volta si conferma la forte partnership con Johnny Depp. Ci sono nuovi progetti ?
GV: Rango è un personaggio disegnato su misura per lui. Siamo amici ed è bello lavorare con un vecchio amico. Con Rango, sperimentando la tecnica del motion capture, ho riscoperto in lui qualcosa di inaspettato. Con Johnny stiamo lavorando su un nuovo film, ma è ancora presto per parlarne perché siamo ancora agli inizi del nostro progetto.
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